Analisi Voto Politico

Giovedì, 24 aprile 2008

Belluno - In 2 anni il centro sinistra ha fatto cambiare opinione a 3,8 milioni di elettori. Considerando che si vincono le elezioni con 17 milioni di voti vuol dire che ha cambiato idea il 20% dell'elettorato. Paolo Feltrin, docente universitario e conoscitore della politica nazionale, analizza in un partecipato e dibattuto incontro organizzato dalla Cisl del Veneto

Belluno - In 2 anni il centro sinistra ha fatto cambiare opinione a 3,8 milioni di elettori. Considerando che si vincono le elezioni con 17 milioni di voti vuol dire che ha cambiato idea il 20% dell'elettorato.

Paolo Feltrin, docente universitario e conoscitore della politica nazionale, analizza in un partecipato e dibattuto incontro organizzato dalla Cisl del Veneto, che si è svolto lunedì scorso a Belluno, il dopo voto sia a livello nazionale che regionale. "Tra centro destra e centro sinistra - aggiunge - ci sono 14 punti di differenza, cioè 5 milioni di voti. La coalizione di Veltroni ha perso tutto il Nord e molta parte del Sud, tenendo in centro. Questo ha comportato che 1,3 milioni di elettori che nel 2006 avevano scelto l'Ulivo, siano adesso passati a destra. Ai loro occhi, infatti, Veltroni appare ancora un esponente del vecchio comunismo. La vera novità è che la Lega è stata votata dai ceti medio alti. Gli operai l'hanno sempre votata. E' il primo partito operaio con il 29% dei voti. La scelgono poi il 15% di professionisti e imprenditori; mentre i pubblici dipendenti sono in tutta Italia prioritariamente di centro sinistra. Il Carroccio - sostiene Feltrin - vede accrescere il consenso dell'elettorato e diventa maggiormente attrattivo ogni volta che esplode una crisi economica. In questa tornata elettorale ha preso voti sia da sinistra che da Forza Italia e An, anzi proprio da qui ci sono i flussi principali, almeno il 6%".

Analizzando la situazione regionale del Veneto, poi, si rileva che il centro sinistra ha ottenuto il risultato più basso della sua storia. La Sinistra Arcobaleno ha perso di più a Venezia e Rovigo, storicamente più rosse di altre province. L'Udc perde dappertutto come il Pdl. La Lega, invece, guadagna ovunque e questo porta il centro destra a crescere in tutte le zone da 6,3 a 8,2%. Il merito probabilmente va ai temi affrontati in campagna elettorale: sicurezza, servizi sociali, autonomia del Veneto.

Serve quindi anche per il sindacato pensare ad un cambio di rotta. "Va rilevato - prosegue Feltrin - che mentre il 63% degli iscritti alla Cgil vota sinistra e il 6% Lega, in Cisl il 39% vota sinistra e il 17% Lega e simili percentuali sono toccate anche dalla Uil. Questi due ultimi sindacati hanno quindi una più ampia possibilità di intercettare il mondo del lavoro. Le organizzazioni sindacali devono però cambiare perché in tutto questo si registra una forte delegittimazione del sindacato, e ciò comporta anche maggiori difficoltà nel suo operato, a cominciare dal tema della contrattazione che dovrà necessariamente subire una riforma. Il sindacato deve tornare al suo ruolo, perché ciò che emerge è che negli ultimi anni abbia fatto troppa politica".

"Dobbiamo essere consapevoli che anche al nostro interno ci sono delle criticità - dichiara Franca Porto, segretaria generale Cisl Veneto - . Gli anni si sostegno alla politica per noi sono stati usuranti. Il Veneto è una delle principali regioni per lavoratori del manifatturiero tradizionale, un settore che sta subendo importanti modificazioni e che dobbiamo portare all'attenzione nazionale. E' nostro compito intercettare le risorsi nazionali ed europee per realizzare infrastrutture, per aiutare la imprese all'innovazione, ma anche le persone che oggi sono più in difficoltà, per esempio con la realizzazione in Veneto di ammortizzatori sociali per gli ultracinquantenni, attraverso la regionalizzazione della formazione continua. E' fondamentale pensare alla realizzazione di asili nido, visto che siamo la regione in cui l'occupazione femminile ha il tasso più vicino agli accordi di Lisbona. Credo comunque che si debba proseguire sulla strada della dinamica unitaria, anche perchè ci troviamo di fronte controparti che non discutono facilmente con noi. La presentazione delle piattaforme e la contrattazione devono essere unitarie. In attesa di una riforma del modello contrattuale utile a dare più efficacia al secondo livello, dobbiamo comunque contrattare nelle aziende pubbliche e private e negoziare con i soggetti istituzionali locali".

Monica Borga

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