Tasse: la sfida di Renzi che ci piace

Giovedì, 30 luglio 2015

Il Presidente del Consiglio nel suo “pensierino della sera” di sabato scorso ha lanciato una (ennesima) sfida: siccome in Italia si paga troppe tasse andiamo ad abbassarle. Ha poi calendarizzato questo impegno: l’anno prossimo via tutte le tasse sulla prima casa, nel 2017 riduzione dell’Ires ed infine nel 2018 scaglioni Irpef e pensioni minime.

Le reazioni delle parti diverse politiche sono state le solite: osanna, distinguo, irrisione.

Noi, che non apparteniamo né al maggioranza né all’opposizione, la consideriamo una prima risposta alla campagna “per un fisco più equo e giusto” che abbiamo avviato nello scorso mese di aprile a supporto della quale presenteremo a settembre al Parlamento un disegno di legge di iniziativa popolare sottoscritto da centinaia di migliaia di cittadini.

Una sfida quindi che accettiamo. A partire dagli obiettivi, che, sono nella sostanza coerenti con le nostre proposte e richieste.

L’abolizione delle tasse sulla prima casa è esattamente uno punti forti della nostra proposta e quindi ben venga se il governo mette in atto questa grande svolta fiscale.

Bene anche il taglio dell’Ires per le imprese a due condizioni però. La prima: che la riduzione a loro favore pesi tanto quanto quella per i lavoratori dipendenti e i pensionati; la seconda: che sia selettiva e cioè rivolta a quelle imprese che si posizionano nella “frontiere alta” dello sviluppo investendo nella innovazione, nella qualità dell’occupazione, nella responsabilità sociale. Aggiungiamo: dovrebbe essere anche l’occasione per rendere strutturale la detassazione del salario di produttività (compresa il suo utilizzo in forme di welfare aziendale) e così contribuire a quella riforma della contrattazione che tutti vogliamo vada in porto rapidamente.

Siamo infine assolutamente d’accordo che si intervenga sugli scaglioni Irpef e sulle pensioni minime. Anche su questo aspetto l’articolazione che noi sosteniamo segue due direzioni. Da una parte porre al centro della riorganizzazione fiscale la tutela dei redditi di lavoro dipendente e di pensione più bassi e il sistema delle detrazioni per i famigliari a carico e l’assegno familiare e dall’altra istituire una imposta sulla grande ricchezza (quella, per intenderci, che al netto ed escludendo prima casa e titoli di Stato, supera il mezzo milione di euro).

Scrive Renzi che in tutti i casi si deve combattere l’evasione fiscale e, facendo suo, uno slogan sindacale “se paghiamo tutti, paghiamo meno”. Qui però servono misure strutturali più incisive (noi proponiamo quella del contrasto di interessi) perché questo è un male storico del nostro paese e la ricchezza nascosta è enorme, tanto quanto il danno creato all’economia nazionale e alla coesione sociale.

Andiamo dunque a vedere le carte: se sono quelle giuste sappiamo che saremo tutti vincenti.