Veneto: un altro gol nella partita contro la crisi

Martedì, 22 settembre 2009

Il Veneto ha segnato un altro gol nella sua lunga partita contro la crisi. Cisl e Cgil con le associazioni artigiane hanno sottoscritto un accordo per mettere in moto interventi straordinari utili a fronteggiare gli effetti della recessione internazionale nel settore, interventi che saranno attivati tramite l'ente bilaterale: l'Ebav.

Risorse straordinarie ed aggiuntive saranno rapidamente dirottate per sostenere 6 linee di azione anticrisi, destinando contributi sia alle imprese che ai lavoratori e alle loro famiglie. In particolare gli interventi economici sono destinati alle imprese che investono sia in beni materiali che in personale, ai lavoratori che perdono il lavoro, alle famiglie che hanno i figli a scuola. Unica discriminante per beneficiarne, e non potrebbe essere diversamente, quello di essere partecipi alla mutualità dell'ente.

E' un bel gol per tanti motivi.
Perché cade in un momento difficile della partita, a dodici mesi dal suo inizio e con un avversario che finora ha giocato in crescendo, senza concedere pause e senza che vi siano segnali chiari di quanto durerà ancora questo primo tempo.
Per chi e come lo ha segnato: le piccole aziende, tessuto forte della economia regionale, anche se spesso anello debole della catena produttiva, di concerto con il sindacato, valorizzando la mutualità, antico valore di grandissima attualità per cui si utilizzano risorse proprie, gestite come un welfare, privato ma collettivo, e funzionante sui presupposti della solidarietà concertata e sulla responsabilità praticata.
Perché è dedicato, questo gol, alle parti ancora oggi marginali del mercato del lavoro, a quei lavoratori (non gli unici, purtroppo) delle piccole aziende che il mantello di San Martino, il welfare pubblico, copre con una maglia più fine e meno protettiva, oppure lascia ancora scoperti.
E' un bel gol perché, infine, è un risultato della contrattazione territoriale e che conferma la validità della riforma del sistema contrattuale che abbiamo proposto, sostenuto e sottoscritto.
Un altro gol dunque, a favore della tutela del lavoro, dei redditi da lavoro, di chi produce il lavoro. Ma non quello risolutivo, che ci fa vincere la partita.
Stiamo ancora giocando in difesa, per recuperare il divario con un avversario che ha messo nella nostra porta veneta un pallone con oltre 100 mila posti di lavoro in meno, centinaia di aziende in difficoltà, riduzione dei consumi, altri poveri più poveri.
Il prossimo gol lo vorremmo segnare domani, 23 settembre, siglando con la Regione l'accordo per mettere in opera la mobilità in deroga, strumento indispensabile per poter dire che "nessuno è stato lasciato solo".
Poi dobbiamo prepararci a giocare il secondo tempo, forse ancora più difficile del primo, per vincere veramente la partita: quello della ripresa dello sviluppo: Una ripresa che vogliamo coinvolga tutti e tutto, che non lasci gente a casa (nemmeno se la "casa" non è il Veneto), imprenditori senza impresa, famiglie senza la dignità di un reddito di lavoro.
Per questa partita sarà ancora più necessario mettere in campo concertazione e contrattazione, responsabilità e fatti, risorse pubbliche e risorse private collettive, mutualità e partecipazione.
Visto che con queste modalità di gioco si fa un gol dopo l'altro perché cambiarle?

artigianato, Veneto crisi, Franca Porto