L’indipendentismo nella palude estremista e populista

Giovedì, 03 aprile 2014

E’ preoccupante l’arresto di un gruppo di secessionisti veneti accusati di associazione con finalità di terrorismo, eversione dell'ordine democratico, fabbricazione e detenzione di armi da guerra. Non è per questa via che si dà risposta ai problemi generati dalle mancate riforme istituzionali in tema di federalismo.

Le OO.SS. si sono espresse più volte su questo tema. A partire dalla manifestazione unitaria del 1998 a Venezia contro la secessione fino alla celebrazione dei 150imo dell’Unità d’Italia nel 2011: il Veneto è parte d’Italia e dell’Europa unita.

Nello stesso tempo hanno sempre considerato come positiva una riforma del sistema politico- istituzionale in senso federalista che però ha trovato scarso spazio nei confusi provvedimenti di legge adottati a livello nazionale ma anche una debole volontà politica locale di praticare l’autonomia acquisita.

Questa istanza di una maggiore e migliore autonomia responsabile, coerente con una visione democratica, unitaria ed europeista del Paese e del Veneto rischia ora, per l’ennesima volta, di affondare ed annegare in una palude di estremismo e di populismo che, se non fermati in tempo, possono portare solo a effetti disastrosi per tutti.

Per questi motivi esprimiamo la nostra più ferma condanna verso qualsiasi forma di violenza e chiediamo che la magistratura faccia rapidamente e pubblicamente chiarezza su tutta questa vicenda.

Nello stesso tempo valutiamo come assolutamente negativa la decisione della Commissione Consiliare di dare il proprio consenso a referendum separatisti. Peggio ancora se ciò si trasformasse in referendum ufficiale, chiaramente incostituzionale e sperpero di risorse pubbliche in un momento in cui invece si deve ridurre i costi della politica.

Una politica debole, vittima perfino di bufale mediatiche come oramai si sta rivelando il referendum indipendentista on line, rischia di far innescare una pericolosissima spirale che parte con il lancio di proposte e parole d’ordine sbagliate, spesso controproducenti e in tutti i casi sicuramente non praticabili, per provocare di conseguenza un sempre maggiore senso di frustrazione e quindi di sfiducia o di rabbia.

Non è accettabile che il Veneto e le sue rappresentanze politiche, istituzionali e sociali si estranino dagli impegni e dalle responsabilità di cambiare il Paese e di far ripartire la crescita e l’occupazione.

Non mettiamoci da soli nell’angolo: siamo componente fondamentale dell’Italia per la nostra forza economica, sociale e civile. A questo ruolo non vogliamo né possiamo rinunciare!