A portata di mano

Venerdì, 15 novembre 2013

Il Presidente del Consiglio ha affermato che la ripresa è a portata di mano: la sua convinzione è anche la nostra speranza.
E' indispensabile fermare la caduta libera della nostra economia che trascina con se aziende occupazione, solo il Veneto 100 mila posti di lavoro bruciati. E' il primo passo per invertire la rotta del declino e risalire la china. Il contenimento e la stabilizzazione del debito pubblico sono sicuramente serviti ad evitare il peggio e, assieme al mantenimento di un governo del Paese, ci hanno permesso di metterci al sicuro dalle aggressioni della speculazione internazionale. Nulla di questo va considerato oramai inutile.
Non possiamo però dimenticare che tutto ciò sia stato pagato soprattutto dalla parte più debole del Paese: i lavoratori dipendenti, i redditi bassi, i giovani in cerca di lavoro, le piccole imprese. Non possiamo dare per acquisito che la crisi ha spostato invia definitiva la ricchezza verso i più abbienti, che le terapie del rigore anticrisi sia state finora gravemente carenti sotto il profilo dell' equità e nemmeno assuefarci a considerare ineluttabile il fatto di avere molti più poveri. 
Per questo continuiamo a rivendicare da chi governa (a tutti i livelli!) e dalla politica (tutta!) fatti concreti su due scelte di fondo: ripartire verso il basso la ricchezza e ridurre gli sprechi pubblici per sostenere la ripresa.
Alcune occasioni sono state perse, come quella di una diversa modulazione dell’IMU. Sappiamo che nelle maggioranze dei due ultimi governi (Monti e Letta) ci sono posizioni totalmente contrapposte su alcuni aspetti fondamentali della politica economica, come ad esempio sulla fiscalità. Ci sembra però che a prevalere sia ancora il partito dei privilegi che trova molti sostenitori (consapevoli o meno) in tutte le rappresentanze istituzionali e politiche. In questo limbo di mezze decisioni e di scelte con effetti contrapposti (e che si annullano l’uno con l’altro) si corre il rischio che ad agganciarsi alla treno della ripresa e a condividerne i benefici siano solo i passeggeri di qualche carrozza mentre per gli altri proceda la corsa su un binario morto.
Il fatto è che un paese come il nostro si può salvare solo per intero e non per metà. 
La ripresa sarà solida e stabile solo se sarà alla portata di tutte le mani, qualsiasi lavoro esse svolgano o sperino di fare.