Veneto. Rsa, sindacati esclusi da gruppi di lavoro su standard assistenziali. Chiesto confronto alla Regione

Mercoledì, 28 settembre 2022

Le Organizzazioni Sindacali sono state escluse dai Gruppi di lavoro per la definizione dei “nuovi standard assistenziali” per le case di riposo, costituiti con i Decreti della Direzione Servizi Sociali la settimana scorsa, mentre sono presenti le rappresentanze datoriali.

Cisl, Cgil e Uil Veneto chiedono quindi alla Regione di essere inserite tempestivamente nei gruppi di lavoro. “Il potenziamento del sistema sociosanitario nazionale e veneto è per noi un obiettivo fondamentale per garantire compiutamente il diritto universale alla salute di una popolazione con un’età media sempre più elevata”, spiegano i Segretari generali Gianfranco Refosco, Tiziana Basso e Roberto Toigo, che aggiungono: “Più di un anno fa, in piena pandemia, avevamo inviato unitariamente una proposta organica per la riorganizzazione di tutto il sistema di residenzialità e per una riforma delle Ipab, che in Veneto attendiamo da vent’anni. Proposta che però – denunciano - non vediamo recepita neanche in minima parte nella Delibera regionale 996/2022. Nel dettaglio la delibera prevede l’aumento delle impegnative di residenzialità di 3.000 unità spalmate in tre anni, fino a coprire l’87% della platea di potenziali beneficiari. È necessario – sottolineano, invece, i tre segretari - arrivare alla copertura del 100% del fabbisogno; inoltre manca un incremento dei posti letto riservati all’Alta Protezione Alzheimer, agli Stati vegetativi permanenti, ai pazienti SLA”.

Cisl, Cgil e Uil Veneto chiedono anche di prevedere almeno 3 livelli assistenziali (bassa, media e alta intensità) con la relativa copertura economica, relativi ai diversi livelli di gravità delle persone non autosufficienti ospiti delle Case di riposo, mentre al momento è prevista una quota sanitaria unica del valore di 52 euro giornaliero. Infine, evidenziano come la carenza di personale rischi di aumentare i carichi di lavoro sui dipendenti a scapito della qualità dell’assistenza agli ospiti, mentre la parificazione della Retta alberghiera (a carico degli assistiti) alla Quota sanitaria (a carico della Regione) potrebbe produrre un aumento significativo dei costi per le famiglie.

“Per questo – concludono Refosco, Basso e Toigo - ci rivolgiamo di nuovo alla Regione con queste richieste e, più in generale, per la definizione delle modalità di attuazione in Veneto del potenziamento dell’intera filiera dell’assistenza territoriale, previsto dalle Missioni 5 e 6 del PNRR e dal DM 77».

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