Incidenti sul lavoro. Altre due vittime ieri in Veneto, la reazione della Cisl

Martedì, 30 novembre 2021

Giornata nera quella di ieri, lunedì 29 novembre, per il lavoro in Veneto. A poche ore di distanza dalla morte di Fabio Da Prat, il tecnico specializzato di 46 anni, di Dolo, morto nella Casa del Turismo di Jesolo mentre svolgeva lavori di manutenzione all'impianto antincendio, un altro operaio è deceduto a Vicenza.

Si tratta dell’uomo di 31 anni, originario del Benin, precipitato sabato scorso dal tetto di un capannone ad Orgiano e ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale San Bortolo di Vicenza.

Salgono così a 75 le vittime sul lavoro in Veneto dall’inizio dell’anno.

Immediata la reazione della Cisl del Veneto: «Mentre il Paese si trova di fronte a uno sforzo senza precedenti e che vede un fronte compatto per fronteggiare la pandemia da Coronavirus, nei luoghi di lavoro si continua a morire ogni giorno. Come se la sicurezza fosse altro rispetto alla salute – ha commentato il Segretario generale Gianfranco Refosco – In Veneto, è vero, il tasso di incidenza degli infortuni mortali sulla popolazione lavorativa resta inferiore rispetto ad altre regioni, ma questo – ha sottolineato - non può far abbassare la guardia: i numeri non sono affatto confortanti e comunque sono in aumento rispetto al 2020 e anche rispetto al 2019. Siamo convinti che si possa e si debba fare di più».

«A livello nazionale, il recente decreto fiscale ha introdotto una serie di norme che giudichiamo positivamente – ha aggiunto Luca Mori, responsabile della salute e sicurezza sul lavoro di Cisl Veneto - ma si tratta di norme orientate più ai controlli che alla prevenzione, che invece rappresenta, a nostro avviso, il vero grande investimento per il futuro. Per questo – ha dichiarato - chiediamo alla Regione Veneto un rafforzamento del personale presso gli Spisal, a partire dai tecnici della prevenzione, incontri periodici di condivisione e analisi dei dati e una campagna straordinaria di formazione rivolta alle lavoratrici e ai lavoratori ma anche ai datori di lavoro, soprattutto delle piccole imprese».

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