Flat tax. Cisl Veneto e Caf Cisl Veneto: “Danneggerebbe i contribuenti con i redditi più bassi”

Venerdì, 16 settembre 2022

È tempo di elezioni, domenica 25 si torna a votare e alcuni candidati riprendono, tra le proposte di riforma in materia fiscale, il tema della flat tax, che “appiattirebbe” per tutti i contribuenti l’aliquota di tassazione. Ma davvero la flat tax porterebbe ad una riduzione della pressione fiscale?

Caf Cisl Veneto ha analizzato le dichiarazioni dei redditi che 365mila cittadini della regione, tra lavoratori dipendenti e pensionati, hanno presentato nel 2021 tramite i 150 sportelli sparsi sul territorio e ne è emerso che, in Veneto, sette cittadini su dieci, tra lavoratori dipendenti e pensionati, rischierebbero di veder salire la tassazione sui loro redditi.

“Dal nostro osservatorio - sottolinea Gianfranco Refosco, Segretario generale Cisl Veneto - risulta evidente come sarebbero le persone più deboli da un punto di vista socioeconomico a essere penalizzate. Insomma il prezzo più alto ancora una volta sarebbe pagato da lavoratori e pensionati a reddito più basso”.

Il campione dei 362.490 cittadini analizzato da Caf Cisl Veneto rappresenta una quota pari al 21% dei contribuenti della regione che nel 2021 hanno presentato il 730 per i redditi percepiti nel 2020. Tra loro il 38% sono pensionati (138.298, di cui 71.964 donne ossia il 52%) e il restante 62% (224.192) “contribuenti attivi”, nello specifico lavoratori dipendenti. Di questi ultimi la metà sono donne (112.904) e il 12% (27.297) giovani con meno di 30 anni. Per misurare l’impatto dell’eventuale applicazione di una flat tax, Caf Cisl Veneto ha raggruppato i contribuenti in fasce di reddito determinando per ognuna l’“aliquota reale media” di imposta sul reddito, percentuale calcolata in base all’importo di Irpef realmente pagato al netto di detrazioni e deduzioni.

“È importante anzitutto evidenziare che se da un lato l’aliquota media reale del campione complessivo si attesta al 15,95% - spiega Stefania Pasian, Direttrice Caf Cisl Veneto - dall’altro la pressione fiscale risulta più ‘leggera’ se analizziamo i contribuenti delle categorie ritenute più fragili”.

Secondo i dati elaborati, infatti, per le donne lavoratrici l’aliquota media reale imposta sul reddito è pari al 14,04%, per i pensionati al 15,48% e per i lavoratori under 30 al 13,61%. Inoltre, emerge che a registrare un’aliquota media reale inferiore al 15% (l’aliquota di tassazione piatta proposta in alcuni programmi elettorali) rispetto al campione analizzato sono complessivamente 259.579 contribuenti: ciò significa che a rischiare di veder salire la tassazione in caso di applicazione di una flat tax con aliquota al 15% sarebbe il 71,6% dei contribuenti totali, ossia coloro che hanno dichiarato un reddito annuo inferiore a 25mila euro.

“La riforma dell’Irpef – conclude Refosco - è una richiesta di Cisl da molti anni. In particolare la riforma deve tutelare lavoratori e pensionati con redditi bassi. Soprattutto donne, anziani e giovani andrebbero favoriti da una riforma fiscale e non certo penalizzati, come rischia invece di avvenire con l’applicazione secca di una tassa piatta”.

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