Veneto connesso: una visione ed un progetto con-vincente

Sabato, 13 maggio 2017

Il XII Congresso di Cisl Veneto ha fatto propria la visione del Veneto Connesso anche come progetto per riportare, a pieno titolo, la nostra nell’ambito delle migliori regioni d’Europa, sia sotto il profilo economico che sociale.
Essere aperti al mondo, accettarne le sfide e non chiudersi in casa è la ricetta delle imprese che hanno superato positivamente le difficoltà della crisi sapendone cogliere le opportunità ma è anche quella delle comunità dell’Europa dove la coesione e la solidarietà sociale hanno saputo vincere le sfide del terrorismo integralista e, nel contempo, valorizzare i cambiamenti sociali.
Gli interventi dei delegati, numerosi ed appassionati, che si sono succeduti nel corso dell’assise, hanno sviluppato la “connessione” come chiave di interpretazione della propria realtà di lavoro e di vita ma anche come strumento per indirizzare l’impegno sindacale e l’azione di rappresentanza.
Il Veneto, il Veneto del lavoro ha bisogno di respirare un’aria diversa, più fresca e di vedere attorno a sé e dentro di sé non solo difficoltà e nemici ma piuttosto opportunità ed amici.
I sette anni di crisi hanno infatti prodotto una soffocante cappa di paure. Se non spazzato via, questo accumulo di polveri pesanti – effetto combinato dell’incendio che ha bruciato imprese, posti di lavoro e reddito e delle varie ideologie che ne hanno alimentato le fiamme- potrebbe produrre danni ancora più gravi, se non irreversibili.
Nemmeno la caduta degli idoli che hanno sostenuto l’idea (motivata certamente ma sfigurata in ideologia) del Grande Veneto non può essere motivo per chiuderci in casa o illuderci di scorciatoie per il Paradiso.
Le tre B vanto del Veneto, Bandiere (dell’onestà), Banche (le Popolari) e Bambini (il calo demografico) vanno ri-scoperte e ri-declinate con il paradigma della ri-connessione. Nell’ordine: riconoscendo che non siamo immuni (per virtù etnica) dalla corruzione e quindi combattendola senza omissioni, compartecipando responsabilmente alla gestione delle risorse finanziarie da reinvestire nell’economia locale, comprendendo che i nuovi veneti avranno sempre di più progenitori lontani.
Il lavoro rimane al centro delle connessioni, vecchie e nuove, che servono per rilanciare il Veneto.
Per il lavoro passa la nuova industria, quella 4.0 che, ha specificato Annamaria Furlan, in Germania si applica e da noi si demonizza. Per il lavoro e la sua dignità passa la nuova coesione sociale e l’inclusione dei giovani. Per il lavoro, inteso come occupazione, passa la nuova crescita.
Per questo abbiamo concluso il congresso ribadendo che “Veneto Connesso” equivale a “Lavoro Connesso”.
Se su questa idea riusciremo ad essere convincenti potremo tornare anche ad essere vincenti.
In queste cose la vittoria non è mai alla portata di uno o di pochi.