Perché siamo orgogliosi di Tina

Giovedì, 03 novembre 2016

In una delle sue ultime uscite pubbliche Tina Anselmi è stata ospite della Cisl del Veneto, nello stand con cui partecipavamo a Civitas, la Mostra del Sociale che si svolgeva a Padova. Eravamo a maggio del 2006 e l’avevamo inviata per presentare Storia di una passione politica, il libro che aveva scritto con Anna Vinci.

Tina, che già faticava a muoversi, fu accolta con grandissimo affetto, specialmente dalle donne della Cisl che vollero tutte farsi fotografare vicino a lei. Perché Tina era, già da tempo, una vera e propria star per tantissime persone, noi cislini compresi. Il tempo e le complesse e difficili vicissitudini sociali e politiche che aveva attraversato non avevano tolto nulla alla sua statura umana e politica. Anzi: la sua magnifica carriera nella politica era stata accompagnata da un crescendo di rispetto e di stima nei suoi confronti, anche dopo la fine ingloriosa del partito in cui aveva militato con passione (il termine “militato” non è casuale) a partire dalla fine degli anni ’50.

Per questo credo sia giusto collocarla vicino ad altre personalità della politica italiana che hanno lasciato un segno ben oltre i perimetri della propria appartenenza partitica come, ad esempio, Sandro Pertini, Alcide De Gasperi e Aldo Moro.

E’ stata donna della politica nazionale ma i veneti l’hanno sempre vista come “loro”, a capo di ministeri di grande peso sociale come Lavoro e Sanità, senza mai essere considerata donna del “potere”. Una persona semplice che fece la prima legge per l’occupazione giovanile e la prima  sulle Pari Opportunità.

L’eredità che ci lascia è, ai tempi d’oggi, pregiata e comprende in un inscindibile insieme, il coraggio di battersi per la giustizia e la democrazia, la passione per la politica, il rispetto per le istituzioni,  la tenacia riformista, la determinazione nell’affrontare a testa alta i lati più oscuri e pericolosi della politica italiana, l’attenzione verso i cambiamenti sociali.

Ma il suo lascito principale è la sua scelta di partecipazione attiva, diretta, mai delegata, ai valori e alle scelte nelle quali credeva: staffetta partigiana, attivista sindacale nella Cgil unitaria e poi nella Cisl di Pastore, militante della Democrazia Cristiana, donna di governo in prima linea, combattiva presidente della Commissione d’inchiesta sulla Loggia P2.

Ecco perché siamo orgogliosi di Tina, ecco perché è sempre stato un vanto – e lo sarà, da oggi, ancora di più - poter dire che è stata una “nostra” sindacalista, una “nostra” amica, una “nostra” ministra. Ha rappresentato quello che noi tutti vorremmo essere.

Annamaria Furlan l’ha definita, con straordinaria efficacia, una “madre” della patria. Noi la consideriamo anche la madre del Veneto migliore.