La Francia è Europa

Domenica, 07 maggio 2017

La vittoria, netta, di Emmanuel Macron conferma che la Francia è, e rimane, Europa.

Ne è stata costituente e ne è parte influente tanto da congelare, con il No referendario del 2005, il percorso per la adozione della Costituzione Europea.

L’appartenenza della Francia all’Unione Europea è stato uno dei temi centrali della campagna elettorale, di certo il più importante per il futuro del Paese e della comunità internazionale .

Uno nettamente opposto all’altro il progetto politico propugnato dai due contendenti all’Eliseo. Chiaramente filo europeista quello di Macron, sovranista e anti UE e anti Euro quello di Le Pen.

Nessuno dei due ha usato mezze parole su questo tema, ed i francesi hanno scelto.

Hanno scelto l’Europa nonostante Macron non appartenesse a nessuna delle due forze politiche che in Francia si contendono da decenni il governo del Paese, Repubblicani e Socialisti i cui candidati non hanno superato le Primarie. Hanno scelto l’Europa nonostante il Fronte Nazionale abbia tentato di additare le sue frontiere aperte tra le cause dei sanguinosi attentati messi in atto dal terrorismo fondamentalista, della disoccupazione e della povertà.

Ma ciò che c’è di più incoraggiante dei risultati elettori francesi è che il nuovo presidente ha proposto un progetto di riforma della politica economica e sociale dell’Unione Europea.

È questa anche la scelta della Cisl che, proprio in occasione del 60° dei Trattati di Roma ha rilanciato il suo “Manifesto per gli Stati Uniti d’Europa” proponendo una svolta nelle politiche comunitarie. Al loro centro non più il controllo esasperato sui bilanci degli stati membri ma gli investimenti per la crescita economica e l’occupazione, l’istituzione di un Ministero del Tesoro europeo, un fondo unico per l’occupazione giovanile, la lotta alla disoccupazione e alla esclusione sociale.

Una Unione Europea quindi effettivamente vicina, prossima ai suoi cittadini più in difficoltà ed ai suoi Paesi che devono ancora riprendersi dalla crisi.

Lo ribadiremo anche nel nostro XII Congresso regionale che si aprirà mercoledì prossimo a Mogliano Veneto nel quale proporremo un Veneto pienamente connesso con l’Europa, un Veneto che punti a riconquistarsi un posto d’onore tra le regioni dell’Europa migliore, quella aperta al cambiamento e capace di essere protagonista.

La vittoria di Macron con la sconfitta dei sovranisti (l’ennesima dopo le elezioni presidenziali di Austria e quelle politiche dei Paesi Bassi) fa pendere la bilancia nuovamente a favore della bandiera con le dodici stelle, dell’Europa a cui non occorre aggiungere Unita, perché credo siano pochi, anche in Veneto, coloro che riescono ad immaginare come veramente possibile una sua diversa rappresentazione.