Meno primi piani, più solidarietà vera

Lunedì, 08 novembre 2010

Ma è davvero così importante conquistare i primi piani, non solo per i record positivi ma anche per le disgrazie di cui si è vittime? C'è qualcuno convinto che se i mass media avessero dedicato più spazio all'alluvione in Veneto, il governo avrebbe elargito più dei 20 vergognosi milioni da condividere con altre regioni, l'equivalente dell'elemosina che si fa allo sciancato all'angolo della strada? Il coro di proteste per il poco spazio dato ai pesantissimi danni inflitti al territorio veneto dal maltempo è una volta di più lo specchio della sindrome che affligge da sempre quest'area del Paese nei confronti del resto del mondo: siamo convinti di essere i più bravi, ci arrabbiamo se non ce lo riconoscono. E' il frutto di una distorsione mediatica che dura da anni e anni, e in cui confluiscono due questioni diverse ma complementari: veniamo raccontati male da fuori, ma pure noi riusciamo a raccontarci male da dentro. Il tutto va calato nel contesto generale di cos'è oggi l'informazione, in particolare televisiva ma non solo, e che è stato giustamente etichettato con il neologismo inglese "infotainment", parola mutuata dalla fusione di altre due: information ed entertainment. In poche parole, un'informazione basata sull'esigenza di fare spettacolo, con tanto di effetti speciali. Gli attori, cioè noi, sono facilissimi da reperire: a decine di migliaia di persone vedere una telecamera provoca un effetto calamita, tutti davanti ad essa per partecipare sia pure da comparse, pronti a dire qualsiasi cosa (anzi, ad urlarla) più che ad apparire. Il Veneto si lamenta da sempre di essere sottovalutato dal resto d'Italia, e ci sono fondati motivi per sostenerlo; ma a cosa ha portato tutto questo lamentarsi? Ha forse modificato di una sola virgola l'atteggiamento con cui il resto d'Italia guarda a noi? Nel caso specifico, oltretutto, dopo la sottovalutazione dei primi sismi giorni i media hanno dedicato ampi servizi all'alluvione nel nostro territorio. Ma, e qui viene il punto, se la mettiamo sul piano dell'informazione-spettacolo c'è sempre qualcosa di più esagerato su cui puntare. Non è un caso che l'ennesima presunta rivelazione sulla vicenda di Sarah abbia conquistato i primi piani su tutti i tg, scacciando in secondo o terzo piano tutto il resto. Non illudiamoci, comunque: non saranno dei passaggi in più sul teleschermo o titoli più roboanti di giornali a ricostruire ciò che la natura ha distrutto. Bisognerà per l'ennesima volta rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro. Al tempo stesso, bisognerà che per una volta almeno, di fronte a una tragedia vera, la politica veneta si sottragga allo stucchevole copione delle accuse reciproche, e faccia quadrato per portare a casa aiuti veri, non elemosine; pretendendo da Roma, da tutta la Roma di destra come di sinistra, che si rinunci a qualcosa dei millanta sperperi della spesa pubblica per venire incontro a chi si trova oggi immerso nel fango, in tutti i sensi. Persone alluvionate dalla natura, che non possono a maggior ragione tollerare un'ulteriore alluvione: quella delle parole. Meno primi piani, più solidarietà vera.

Francesco Jori

ospite, alluvione veneto 2010