Torino – Roma, la Cisl non si ferma

Lunedì, 20 settembre 2010

Abbiamo risposto alla aggressione a Bonanni e alle scritte minacciose sulla nostra sede di Torino ricordando che le responsabilità sono innanzitutto dei cattivi maestri e ribadendo che bisogna abbassare i toni delle polemiche, a partire dall'alto.
Questi atti di intolleranza richiedono anche una riflessione sul ruolo della Cisl in questa fase dove, ad una gravissima crisi corrisponde una assoluta "sconcertazione" nella politica.
Come già in altre occasione ci siamo presi la briga di richiamare tutti al governo della nave Paese, di continuare ad indicare una rotta per uscire dalla tempesta della recessione.

Siamo andati anche oltre.
Quando e dove possibile abbiamo portato la nave su questa buona rotta.
Così è con i provvedimenti concordati con il governo sugli ammortizzatori e sulle sue prime misure di lotta all'evasione fiscale, con la concertazione che ci ha portato alla riforma del sistema contrattuale e al rinnovo (in piena crisi) dei contratti nazionali, con la gestione propositiva del progetto Fabbrica Italia della Fiat. Continueremo a farlo, quando e dove ci sarà possibile.
L'Aventino della Cgil, il cui pieno compimento dell'azione negoziale è pesantemente condizionato dalla Fiom, non facilita certamente questo difficile compito che, in altre occasioni, è stato invece unitario.
Cosi (e non è la prima volta) ricade sulla Cisl il peso di rimuovere gli ostacoli ideologici, le arretratezze culturali, i giochi di parte che impediscono alle riforme condivise di farsi largo e di prendere il sopravvento sullo status quo.
Di fatto, anche se spesso non ci viene riconosciuto il dovuto, siamo il sindacato di riferimento nel Paese.

Nelle prossime settimane altri importanti appuntamenti sindacali e sociali ci aspettano: Fiat, contratto dei metalmeccanici, politiche di sviluppo industriale (un ministro sì, ma non basta), la contrattazione di secondo livello, solo per citarne alcuni.
Puntiamo anche ad un Patto sociale per la crescita da sottoscrivere con le rappresentanze degli imprenditori. Un patto che possa anche fungere da elemento comune di trattazione con il governo.
Il 9 ottobre saremo poi in piazza per pretendere una riforma del fisco che riduca le tasse sul lavoro (a cui dovrebbe richiamarsi il federalismo fiscale) ed una politica per avere più lavoro.

La nostra azione in Veneto è coerente, integrata e aggiuntiva a quella nazionale.
Puntiamo alla rapida attivazione del Tavolo regionale per lo sviluppo del Veneto. Saremo attenti al nuovo Statuto del Veneto per garantire a tutti dignità e cittadinanza. Da qui la centralità che assegniamo alla attivazione del Fondo per la non autosufficienza e la disabilità.
Intendiamo mantenere forte il presidio sull'occupazione agendo sugli ammortizzatori sociali e precostituendo i capisaldi del sistema della flessicurezza, sul quale sfidiamo la politica regionale a fare federalismo concreto. Sfida che vogliamo portare anche nella riorganizzazione del sistema di istruzione veneto. Ci stiamo infine preparando infine ad una stagione di contrattazione di secondo livello che sappia coniugare in positivo salari e produttività, partecipazione e bilateralità, lavoro e impresa.

Questi i nostri intendimenti, da Torino a Roma, passando per il Veneto.

Franca Porto