STATO DI DISOCCUPAZIONE, STATO DI PREOCCUPAZIONE

Mercoledì, 18 febbraio 2009

Il rapporto di Veneto Lavoro sugli ingressi nello stato di disoccupazione (Misure n. 20, pubblicato oggi) conferma che si stanno inasprendo, anche in Veneto, gli effetti negativi sul lavoro conseguenti alla crisi e alla recessione internazionale.
Il 2008 si è concluso un aumento delle iscrizioni nello stato di disoccupazione: oltre 89 mila ingressi rispetto ai 78.550 del 2007; sono cresciute anche le reiscrizioni dopo la conclusione di un lavoro a termine: 83.000 contro le poco più di 78.500 dell'anno precedente.
Il negativo del 2008 è tutto concentrato nei sugli ultimi mesi. I dati di gennaio 2009 mantengono, anzi acuiscono, questa tendenza: aumenta il numero dei iscritti nell'elenco dei disoccupati specie a seguito dell'inserimento nelle liste di mobilità e quindi ai licenziamenti, mentre di riduce notevolmente quello dei rientri da lavoro a termine (segnale che si sono ridotte le assunzioni anche con questa tipologia di contratto).

Veneto Lavoro chiarisce anche che, mettendo a confronto gennaio 2003 con gennaio 2009, è cambiata la composizione sociale di chi entra nello stato di disoccupazione: più stranieri e meno italiani, più lavoratori anziani che giovani.
La disoccupazione per gli stranieri morde naturalmente nelle aree dove più forte è la loro occupazione: la Pedemontana e le città come Padova e Verona.

La crisi ha dunque spalancato le porte all'ingresso nello stato della disoccupazione. I più deboli vi passano per primi, senza incontrare ostacoli o barriere sufficienti a limitarne l'afflusso. I dati non ci raccontano tutto perché anche in questo stato della disoccupazione vi sono i non registrati, i non censiti, gli irregolari. Ad esempio coloro che non hanno interesse ad iscriversi nelle liste, tra questi gli esclusi dagli ammortizzatori sociali.
Cosa trovano in questo stato i disoccupati regolari o irregolari?

Qualcosa oggi trovano, molto di più del niente di ieri. Abbiamo lavorato, nel Paese come nella nostra Regione, con perseveranza al fine di garantire, specie a chi è oggi escluso dagli ammortizzatori sociali, uomo o donna, giovane o meno, italiano o immigrato, un sostegno economico che compensi, per quanto possibile, la mancanza di reddito di lavoro. L'accordo sugli ammortizzatori in deroga con la Regione Veneto è un risultato che ha anticipato l'accordo Governo- Regione. Anche ai Comuni abbiamo chiesto di fare la loro parte e qualcuno già risponde all'appello.

Ora ci aspettiamo anche misure anticicliche che sostengano la produzione e quindi il lavoro e l'occupazione come pure provvedimenti per riaprire il credito alle imprese, specie quelle piccole e medie. In una parola: fatti concreti per andare oltre lo stato di preoccupazione e passare a quello della risoluzione dei problemi.

In questo senso il Veneto può (e deve, a nostro avviso) fare molto.
Rilanciamo la proposta che nella nostra regione si sperimenti un nuovo welfare del lavoro. Il materiale per costruire questa esperienza federalista è già in buona parte disponibile: linee di indirizzo comuni, spazio di concertazione tra le parti, enti bilaterali, esempi di contrattazione aziendale, strutture di osservazione del mercato del lavoro e rete degli uffici pubblici, risorse regionali.

Vogliamo restare nella migliore delle nostre tradizioni sociali: fare delle crisi, delle difficoltà, le migliori occasione per ripartire e fare meglio di prima.
Franca Porto
Segretaria Generale Cisl Veneto
Mestre- Venezia 17 febbraio 2009

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