Ricordando Tarantelli

Giovedì, 26 marzo 2009

Il 27 marzo 1985, passate le 12, il prof. Ezio Tarantelli finisce la sua lezione di economia alla Sapienza" di Roma e sale sulla sua auto. Sono circa le 12.30 e due individui si avvicinano e lo colpiscono a morte con numerosi colpi di mitraglietta. L'assassinio viene rivendicato dalle Brigate Rosse che lo indicano come "uno dei principali responsabili dell'attacco al salario operaio" in quanto consulente CISL ed in riferimento all'accordo tra governo e sindacati sul taglio dei punti di contingenza. I suoi studi avevano infatti ispirato l'accordo sulla riforma della scala mobile (detto di San Valentino in quanto sottoscritto il 14 febbraio) voluto fortemente dalla Cisl di Pierre Carniti per bloccare una spirale inflativa che viaggiava su 2 cifre. L'accordo funzionò e oggi ci preoccupiamo, giustamente, dell'inflazione se supera il 2%.
Tarantelli non fu l'unico a pagare con la vita la sua competenza in materia di economia e lavoro e la sua visione riformista: Sergio D'Antona e Marco Biagi sono altri nomi ed è in corso a Milano il processo contro i presunti terroristi che stavano architettando l'omicidio di Pietro Ichino.
Ricordare Tarantelli significa quindi non dimenticare un uomo, uno studioso che ha messo a disposizione della nostra organizzazione il suo impegno e la sua intelligenza. Il titolo di uno dei suoi libri, L'utopia dei deboli è la paura dei forti, ben rappresenta il suo pensiero sociale. Uno studioso che ha pagato con la vita ciò che il Presidente della Repubblica ha definito, qualche giorno fa, ricordando Marco Biagi, come "lo spirito di fazione che da tempo avvelena la lotta politica e sociale nel nostro paese".
Ricordare Ezio Tarantelli significa ricordarci che non siamo ancora giunti a quella, citando sempre il Presidente Napoletano "consapevolezza, da diffondere finalmente nel mondo del lavoro, dell'esigenza di uscire da logiche puramente difensive, di non farsi guidare da vecchi riflessi di arroccamento attorno a visioni e conquiste del passato, rispetto a mutamenti obbiettivi innegabili e a scelte ineludibili di riequilibrio e rinnovamento nel sistema delle garanzie e delle tutele, a favore, soprattutto, dei meno protetti. Procedere in questo senso, liberarsi dallo spirito di fazione, significherebbe dare quel segno di maturità della nostra vita democratica che da troppo tempo si attende".
E, aggiungiamo noi, che questa crisi ci impone di dare subito.

ricorrenze