Porto: la Cisl del Veneto scende in piazza

Lunedì, 19 settembre 2011

Sabato 8 ottobre prossimo la Cisl del Veneto scende in piazza con una manifestazione a Venezia il cui titolo dice già molto se non tutto : Lavoro, lavoro, lavoro. Sarà il nostro contributo principale (ma non unico) alla mobilitazione generale che sta impegnando il nostro sindacato in tutta Italia.
La premessa di questa iniziativa è semplice.
C'è stata una sostanziosa manovra finanziaria del governo sostanziatasi in due distinti provvedimenti di legge (di luglio e di Ferragosto) che tolgono dal conto spesa nazionale oltre 130 miliardi di euro in 3 anni.
Una operazione fatta nel massimo della confusione politica (a partire dalla stessa compagine governativa e dalla maggioranza), con scarsissimi elementi di equità (peraltro ottenuti grazie alla forte pressione della Parti Sociali), approvata con il voto di fiducia ma che non ha ottenuto né la fiducia dei lavoratori (e delle imprese) né tantomeno quella nostra. Fiducia non significa contentezza ma consapevolezza che ciò che viene fatto, compreso quello che ci fa male, serve a qualcosa, ci sarà utile nel futuro o serve a non peggiorare la situazione.
Era importante che ci fosse questa fiducia?
Noi riteniamo di sì, che quella dei mercati (se ci sarà) e della UE (che abbozza), non siano sufficienti. Perché la questione di fondo non è solo contabile (ma è già qualcosa che il governo della cornucopia ne ammetta l'esistenza) ma di riorganizzazione profonda del sistema Paese per uscire dalla crisi, ridare competitività alla sua economia, mantenerne la coesione sociale. Cose da fare in tempi rapidissimi.
Si possono fare senza la partecipazione dei produttori? Senza la fiducia dei primi contribuenti in assoluto? Senza la corresponsabilizzazione delle loro rappresentanze sociali? Noi crediamo di no. L'epopea dei grandi timonieri è finita. Né il collettivo ristretto della politica (oramai detto "casta") sembra in grado di offrire autorevolezza e credibilità, cioè vero governo.
Le, molte, virtù di questo nostro Paese possono però riemergere anche se non stiamo a guardare le vicende romane (dove tutta la politica, ma proprio tutta, fa da tempo il suo gioco) ma ci diamo da fare partendo dai luoghi del lavoro e delle comunità. Per noi significa mettere in moto il Veneto.
I soggetti istituzionali e sociali che rappresentano la nostra regione si sono espressi più volte, in questa tormentata estate, per scelte forti. Ci accomuna l'obiettivo che hanno dichiarato: la crescita. Noi ne guardiamo specialmente il lato "lavoro". Ce lo chiedono i 70 mila lavoratori che lo hanno perso, i 30 mila che ne sono sospesi (i cassaintegrati) e i 30 mila, e più, giovani che non riescono ad entrare nel cerchio magico, sempre più ristretto, dell'occupazione. La manovra non ha messo un euro per riconquistare la fiducia di queste persone. Noi vogliamo ripartire invece proprio dalla loro prima attesa: il lavoro. Quel lavoro che arricchisce il Paese, paga le tasse, anima la competitività, cementa la coesione sociale. Un concetto che vale anche per la Pubblica Amministrazione, i servizi che produce, a cominciare dalla Sanità e dalla Scuola. Qui il capitale non è del privato ma della collettività. Per questo deve essere gestito non per alimentare rendite improprie (margini non ce ne sono più), colpevoli inefficienze, malaffare e sprechi.
E' il binomio virtuoso lavoro/impresa (privata e pubblica) che ci porterà fuori dalla crisi, anche in Veneto. Andremo in piazza per sostenerlo. Attendiamo, nel frattempo, segnali di interesse.

Franca Porto, segretaria Cisl Veneto

Franca Porto