Minerva, dea dei mille compiti

Lunedì, 07 maggio 2012

Il Patto per il Veneto, la sua prima parte, con l’enunciazione degli obiettivi generali e i capitoli di spesa relativi, è stato sottoscritto a Palazzo Balbi sotto gli occhi diMinerva tra Geometria e Aritmetica, un affresco di Paolo Veronese e Battista Zelotti.

Minerva, la dea dei mille compiti, come la definì Ovidio. Perché etruschi e romani la ritenevano divinità della sapienza, della applicazione della intelligenza ai lavori quotidiani, al commercio e alle arti. Poi anche della saggezza e della guerra, protettrice degli artigiani e dei medici. Nel dipinto è appoggiata a Geometria (misura della Terra) e si rivolge ad Aritmetica (il numero).

Come per Minerva sono mille i compiti che spettano oggi alle rappresentanze del Veneto (è questa la prima misurazione della Terra a cui appoggiarsi), siano esse istituzionali che sociali, imprenditoriali o del lavoro dipendente. I numeri devono essere quelli, reali, dei bilanci, delle risorse, dell’occupazione.

Mille sono infatti i compiti quotidiani che a cui dobbiamo attendere, con intelligenza, se vogliamo uscire dal tunnel della crisi. Perché è cosa difficile ma possibile. Difficile perché richiede, e non solo nella nostra Regione, molto di più che una rimessa in moto della locomotiva ferma. Serve infatti girarla nel senso opposto a quello verso cui, sempre più velocemente, si sta muovendo: la via del declino. E non basta un semplice cambio di binario. Possibile perché non siamo all’agonia, abbiamo imprese e abbiamo lavoro (il tasso di disoccupazione è quello della Germania), nonostante un diffuso, immotivato, catastrofismo.

Girare una locomotiva, senza fermarla, non è una bagattella, non esistono formule miracolose o marchingegni fantascientifici in grado di farlo. Serve piuttosto lo sforzo comune, combinato, perseverante di mille mani e di mille teste; e non è retorica. Deve cambiare il senso di marcia della politica, troppo avvinta dalla preoccupazione di un domani sempre elettorale, e quello delle istituzioni locali che devono esercitare ogni loro prerogativa per amministrare responsabilmente. Anche sindacato e imprenditori devono saper mettere in campo le reciproche convenienze più delle specifiche appartenenze. A seguire le singole imprese ed i lavoratori (anche se molti degli esempi validi vengono dal “basso”).

Il Patto per il Veneto è uno di questi mille impegni. Cambia il senso di marcia perché è rivolto alla crescita, indica i temi ed i contenuti di una possibile politica economica ed occupazionale della Regione, ne anticipa le voci e gli importi della spesa pubblica destinata a questo fine (permettendone di conseguenza) una oggettiva verifica nella rendicontazione, delimita il perimetro entro cui tutte le rappresentanze sono chiamate ad ulteriori compiti.

La Cisl, che lo ha promosso, sostenuto e discusso con determinazione, lo ha anche sottoscritto
con convinzione precisando che rappresenta un primo compito svolto e ce ne attendono altri 999. Minerva è soprattutto saggia, anche se non si toglie elmo e corazza.