Manovra di un’estate incerta

Lunedì, 29 giugno 2009

Visto il ritorno dei voti nella scuola ci permettiamo di dare anche noi un voto alla manovra d'estate approvata dal governo nell'ultimo Consiglio dei Ministri, ed è un 6 più.
I provvedimenti assunti sono infatti sufficienti per tirare avanti nella crisi ma non decisivi per superarla, e questo spiega il 6. Il "più" viene invece dal fatto che l'Esecutivo ha fatto proprie alcune richieste che avevamo avanzato come Cisl per potenziare gli ammortizzatori sociali.

La nostra valutazione però non finisce qui ed aspettiamo di vedere i provvedimenti amministrativi promessi dal Ministro del Lavoro per l'ampliamento dei beneficiari della Social Card. A questo proposito ricordiamo che le nostre proposte sono precise (e a Sacconi le abbiamo inviate anche per iscritto, come a tutti i parlamentari eletti in Veneto) anche perché vogliamo evitare che si rinnovi, nei confronti dei nostri pensionati poveri, la beffa di dicembre quando la maggior parte ne venne esclusa per il possesso dell'orto o di una tettoia accatastata come pure ci attendiamo che venga cancellata la inaccettabile discriminazione nei confronti dei bambini nati in Italia da genitori poveri entrambi stranieri: devono mangiare come gli altri.

Per tornare alla manovra d'estate: i provvedimenti per sostenere le imprese vanno bene perché il nostro tessuto produttivo ha bisogno di riprendere fiato, ritrovare risorse e fiducia per uscire dalla crisi senza gravi perdite. Noi non sappiamo se stiamo percorrendo l'ultimo miglio di deserto e poi c'è l'acqua oppure se la strada da percorrere per raggiungere l'oasi è molto più lunga. Vero è che molte imprese e moltissimi lavoratori, anche in Veneto, hanno bisogno di bere subito e soprattutto di percorrere le piste giuste e di non perdersi tra le dune di sabbia.

Allora sono acqua fresca, ottima per ristorarsi, il miglioramento dei trattamenti di integrazione nei contratti di solidarietà e gli incentivi ai percorsi di formazione per i cassaintegrati sulla base di specifici accordi sindacali. Già conosciuti invece gli incentivi per i lavoratori in Cig che vogliono mettersi per conto proprio, i risultati sono stati finora scarsi e non ci sono motivi di credere ad un loro decollo.

In tutti i casi ci aspettiamo che tutte le diverse opportunità vengano rese rapidamente disponibili e
che le risorse correlate siamo immediatamente spendibili. Ci aspettiamo anche che il governo non dichiari, una volta approvata la manovra, chiusa la pratica "crisi". Non basta un timbro per cancellarne gli effetti.

In questa ancora incerta estate chi pena nella crisi, sia esso un imprenditore o un lavoratore, un cassaintegrato o un disoccupato, deve avere la certezza che l'attenzione di tutti è ancora su di lui e che le cure non cessano prima che finisca la malattia.
Così si da motivi di fiducia e anche di ottimismo a quelli che non hanno voglia di scherzare o fare show su queste cose.

Franca Porto