La violenza non ferma la forza delle donne

Lunedì, 06 maggio 2013

La presidente della Camera, Laura Boldrini ha denunciato  le continue e gravissime minacce che riceve via web da circa un mese, parole dal contenuto molto violento, minacce di morte, di stupro, di violenze fisiche indicibili, corredate da fotografie di donne uccise in modo brutale.
Episodi e linguaggi che evidenziano la violenza della nostra società contro le donne, di tutte le culture, le classi, le etnie, i livelli di istruzione, ma sempre di più verso le donne che acquisiscono ruoli, prestigio, potere. Quasi ad accentuare una mancanza, uno specchio che riflette l’immagine di una debolezza maschile, in difficoltà nella costruzione di relazioni paritarie e qualificanti.
E’ un fenomeno che molte di noi donne conoscono bene, per la nostra storia professionale di sindacaliste e dirigenti che operano in un mondo maschile, dove le costruzioni sociali e culturali si sono sedimentate per molto tempo su codici estranei o neutri. Solo la fatica di queste donne, che quotidianamente affermano capacità e ruoli, introducendo anche competenze diverse come la cura, la relazione, la mediazione … solo questo esercizio politico femminile, nelle sue molteplici alleanze con l’altro genere, permette un cambiamento di rotta e prospettiva.
Per questo contano i linguaggi, le parole, i comportamenti, l’informazione.
Così come nello spazio della rete, dove le parole esprimono pareri, giudizi, valutazioni, ogni parola porta con sé una questione più generale, culturale e di democrazia.
Lo scorso 10 aprile 2013 è stata approvata la Legge regionale per contrastare la violenza contro le donne e così anche il Veneto finalmente riconosce per legge che ogni forma di violenza contro le donne rappresenta una violazione dei diritti umani fondamentali alla vita, alla dignità, alla libertà, alla sicurezza e all’integrità fisica e psichica della persona.
Restiamo però convinte che la violenza non possa essere considerata solo un problema di ordine pubblico, ma crediamo che, come ha affermato il Presidente Napolitano, ai necessari interventi di tipo repressivo si debbano affiancare azioni concrete per diffondere, in primo luogo nella scuola e nella società civile, la cultura del rispetto verso l’altro.
In questa direzione, come CISL, ribadiamo un impegno preciso a contrastare questa piaga sociale che si diffonde nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle relazioni di prossimità e si ripropone in condotte abituali e reiterate nel tempo. Così come adotteremo ogni misura necessaria per sottrarre l’incitamento alla violenza, alle minacce, alle umiliazioni nel web e nelle diverse frontiere della comunicazione in rete, per riportarne l’utilizzo dentro i confini di una partecipazione corretta e democratica, sin dalla sua regolazione dentro i contratti di lavoro.