L’alluvione dell’acqua dopo quello della recessione

Domenica, 07 novembre 2010

Ci riconosciamo nei contenuti dell'appello dei rettori, del presidente degli industriali e di alcune eminenti figure della cultura veneta.

Il Veneto è stato colpito da una alluvione che ha arrecato danni ingentissimi alla popolazione, al territorio e alle attività produttive. Danni che si aggiungono, nelle aree colpite, a quelli provocati dalla alluvione della recessione internazionale con un combinato di effetti destinato ad allargare ferite già gravi se non si interviene subito con rimedi adeguati. Così se per curare le ferite della crisi con bastano i cerotti, pur utili nell'emergenza, così per riparare i disastri causati dall'alluvione non basta l'azione di pronto soccorso che pure è stata formidabile e la cui efficienza ha impedito danni ben peggiori.

In entrambi i casi serve darsi da fare e, in entrambi i casi, il Veneto e i veneti, tutti, si sono dati e si daranno da fare. Anche come sindacato. Ma in entrambi i casi è necessario un concreto intervento nazionale, un aiuto da parte di tutto il paese, un'azione concreta da parte del governo.

Per essere  ancora più chiari: servono stanziamenti adeguati ed immediati, che arrivino rapidamente alle famiglie e alle imprese. Al momento questo non c'è.

Il mare di fango che ha colpito una parte consistente della nostra regione e quindi dell'Italia è sotto gli occhi di tutti e, come la crisi, non lo si toglie relegandone la cronaca nelle ultime pagine o, più semplicemente, cambiando discorso. Non lo permetteremo.

alluvione veneto 2010