In Veneto una campagna contrattuale per il buon lavoro (a tempo indeterminato).

Martedì, 09 dicembre 2014

I provvedimenti con cui il Governo punta a dare una scossa all’economia e all’occupazione sono arrivati al traguardo dell’iter legislativo. Il cd Jobs Act (la sua 2^ parte) è legge (in attesa però dei fondamentali decreti attuativi) ed i principali contenuti della Stabilità 2015 sono, nella sostanza-definitivi. Per il lavoro si sta così delineando un quadro di regole e di opportunità rilevanti ed innovative che possono trovare nelle rappresentanze del lavoro (lavoratori e imprese) tre diversi atteggiamenti: passivo-neutrale (lasciamo fare al mercato), attivo-di contrapposizione (contrastiamone l’applicazione) ed infine attivo-propositivo (valorizziamo tutte le opportunità offerte).
La Cisl assumerà quest’ultimo, perché siamo convinti che una forte azione contrattuale, azienda per azienda, potrà ottenere concreti risultati sull’occupazione e dare così il via alla ricostruzione degli oltre 90mila posti di lavoro persi in questi 6 anni di crisi. A cominciare da quelli che erano regolati da un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Diciamo questo ben sapendo che solo se si riprende a crescere potremo vincere fino in fondo questa sfida; ma, come si dice in veneto, “tutto aiuta”.
Quali sono le opportunità che dobbiamo sfruttare?
La principale è data dall’effetto combinato di alcune norme dei due provvedimenti: da una parte si offrono consistenti agevolazioni (contributi azzerati per 3 anni) alle aziende per le assunzioni a tempo indeterminato e dall’altra si restringono le mura perimetrali della stanza, spesso oscura ed inospitale, del lavoro precario. Va aggiunto che, come ulteriore incentivo ad ampliare la “casa del tempo indeterminato” le aziende avranno in aggiunta (ma non obbligatoriamente) anche la formula delle tutele crescenti. Se i decreti attuativi del Jobs Act saranno equilibrati si aprirà un primo corridoio di collegamento tra il precariato ed il tempo indeterminato.
Un secondo corridoio preferenziale si creerà anche tra la stanza, piena all’inverosimile, dei contratti a tempo determinato e la stessa casa del tempo indeterminato: quest’ultimo, finalmente, costa alle aziende molto meno del primo.
Sta alla nostra azione negoziale, soprattutto nelle aziende, far sì che il passaggio verso il buon lavoro coinvolga il numero più alto di lavoratori. Sono, ad esempio, centinaia le aziende venete, industriali e non, che possono fare la scelta di stabilizzare i contratti di lavoro a termine e quindi di consolidare il rapporto con il lavoratore.
Qualcosa del genere può essere anche pensato anche per le piccole aziende con accordi territoriali che mettano in gioco le risorse della bilateralità.
Altre opportunità sono date dalla nuova regolamentazione dei contratti di solidarietà che dovrebbe incentivare anche quelli espansivi, dove cioè si lavora tutti un po’ meno per assumere di po’ di più.
Ecco perché già dalle prossime settimane, non appena tutto l’impianto delle nuove regole sulle assunzioni sarà completato, daremo avvio nella nostra regione ad una campagna per contrattare e conquistare, azienda per azienda, settore per settore, nuova buona occupazione e ridurre quella precaria.
Certo sarebbe bene che gli obiettivi di questa campagna fossero condivisi (sul serio) anche dalle altre rappresentanze sindacali e dalle parti imprenditoriale: un messaggio comune triplica la forza dei suoi contenuti.
Dimostreremo così, anche in questa occasione, cosa significa per noi essere “solo sindacato”. Nulla di riduttivo o limitativo delle nostre responsabilità ma l’esatto contrario. Checché ne pensino il Presidente del Consiglio, i populisti di turno o i cultori dell’antagonismo sindacale.

Franca Porto, Segretaria Cisl Veneto