Il Veneto vola (e cresce) se fa integrazione

Sabato, 15 febbraio 2014

La vicenda della costruzione del polo aeroportuale del Nordest è caratterizzata da alcuni fatti nuovi che meritano la giusta attenzione. E’ di alcuni mesi fa la “caduta del muro” che divideva Venezia e Verona, che stanno verificando possibili complementarietà invece che miopi contrapposizioni. Poi il Ministro Lupi ha finalmente indicato le linee guida di una indispensabile gerarchizzazione delle strutture aeroportuali conferendo a Venezia il rango intercontinentale che merita, ormai a ridosso di Milano.

La gerarchizzazione è da tutti considerata indispensabile anche per favorire specializzazioni senza sovrapposizioni e sprechi: ci sono troppi aeroporti e troppi di questi sono in perdita permanente. Abbiamo assistito alle polemiche tra l’ AD di Save e i vertici del Friuli Venezia Giulia, che si oppongono a quella che loro definiscono l’ annessione di Ronchi al disegno di egemonia veneziano. E’ infine di ieri l’ ultima puntata, il Tar da ragione a Bergamo sull’ obbligatorietà della gara europea per Montichiari, assegnato in concessione al Catullo.

I flussi del cielo sono diventati strategici per l’ economia sia delle persone (affari, turismo) sia per le merci (ambito in cui è specializzato, guarda caso, proprio Montichiari. E le quote di mercato sono più ristrette e più ambite, a vedere la difficoltà ormai evidente di far coesistere sia Malpensa, che doveva essere unhubglobale, ma è senza collegamento ferroviario TAV, con Linate, che è piccolo ma così “comodo” per i milanesi!

Il sindacato non si può chiamare fuori da queste vicende. L’ avvicinarsi dell’ Expo 2015 proprio a Milano, con la sua carica simbolica e anche molto materiale di milioni di persone che arrivano dai cinque continenti, ha molto a che fare con lo sviluppo, il lavoro e l’ organizzazione dell’ aeroportualità di chi ospita. Per questo la crescita del polo aeroportuale del Nordest è importantissima, sia per il profilo della leadership che porta a e fa venire da tutto il mondo, sia per la specializzazione coerente degli altri scali: turismo, affari, lavoro, low cost, merci e così via.

Si è fatto molto per ammodernare gli scali. Ora tocca soprattutto all’ intermodalità dei collegamenti e all’ integrazione delle filiere per esempio come quelle in grande sviluppo del turismo sostenibile: che senso ha spendere 50 € di aereo e poi non avere alternativa al taxi da 150 € per andare dall’ aeroporto all’ albergo? Negli altri Paesi il turismo ha un’ organizzazione fortemente integrata che ha consentito un rapporto qualità prezzo ammirevole, per noi attualmente improponibile.

Ma il turismo è una delle (pochissime) vie di uscita dalla crisi che attanaglia il nostro sistema produttivo. Dobbiamo sostenerlo con adeguati investimenti infrastrutturali. La Cisl del Veneto pertanto si allinea alla strategia di consolidamento di un polo integrato tra gli scali di Venezia, Treviso e Verona; auspica il “decollo” di Montichiari e di Lubiana con Save. E invita tutte le forze produttive del Nord Est intorno a un programma di economia turistica forte, che risolva tutte le strozzature trasportistiche e intermodali del sistema. Tutti gli scali veneti, Venezia, Verona e la stessa Treviso hanno bisogno di un collegamento con il ferro.