I patronati non sono un lusso
Nei giorni scorsi abbiamo dato avvio ad una campagna di sensibilizzazione sulla tutela della gratuità dei servizi di patronato. E’ un’azione preventiva finalizzata a stoppare quei mai sopiti interessi privatistici che vorrebbero fare della tutela e dell’assistenza sociale un mercato a pagamento, con clienti che sborsano quattrini per ottenere la pensione o una prestazione sociale. Un “mercato” sempre più importante visto che lo scorso anno i patronati hanno registrato al livello nazionale 14 milioni di contatti. Appetiti robusti quindi che vengono mascherati con argomentazioni “popolari” come la riduzione della spesa pubblica e il taglio degli sprechi e dipingendo i patronati come i bancomat dei sindacati. Non mancano le pressioni sulla politica.
Questa azione denigratoria non ci preoccupa più di tanto: l’attività svolta dai grandi patronati è molto apprezzata da milioni di persone e la gratuità dei loro servizi è nel DNA dei cittadini. Il tutto si poggia sulla Costituzione Italiana e su una storica legislazione dell’Italia repubblicana: un promemoria anche per quei rappresentanti della politica che accarezzano questi interessi privati.
Noi però, come sindacato che associa liberamente milioni di lavoratori e pensionati, vogliamo fare di questo possibile scontro di interessi una occasione per riportare alla dovuta attenzione le scelte solidaristiche su cui si è costruita l’Italia dei diritti sociali e, nello stesso tempo, per riproponendole come elementi portanti di una società più moderna ed egualitaria.
I patronati hanno il compito di permettere a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni economiche e culturali, di accedere pienamente ai diritti sociali superando gli ostacoli sia soggettivi (esempio: l’analfabetismo nelle sue varie forme) che oggettivi (la complessità delle norme e delle procedure burocratiche).
Nell’Italia del dopoguerra erano definiti “gli avvocati dei poveri” ma lo scorso anno oltre mezzo milione di veneti (solo una parte i poveri) si sono rivolti ai loro sportelli. Effetto della chiusura degli sportelli Inps ad pubblico, del passaggio alla gestione telematica di tutte le pratiche, della crisi che ha fatto crescere i bisogni di assistenza sociale.
I patronati hanno risposto migliorando la loro efficienza, informatizzandosi, migliorando le professionalità. Un processo positivo, che sta facendo risparmiare soldi ai cittadini pur garantendo la qualità dei servizi e che premia la competitività. Certo c’è ancora molto da fare: semplificazione delle norme e delle procedure, riduzione della burocrazia, ecc.. Per questo siamo favorevoli al progetto del governo per il 730 precompilato, per questo sosteniamo il PIN unico e la unificazione degli uffici periferici dello Stato, per questo appoggiamo con forza la diffusione della telematica tra i privati come negli uffici pubblici.
I patronato possono fornire un contributo fondamentale in questo indispensabile ammodernamento del Paese adempiendo alla loro missione sociale: essere il luogo dove il cittadino trova qualcuno che “sta dalla sua parte”, che lo consiglia e lo tutela, che lo accompagna nei percorsi dei diritti e dei doveri sociali. E’ anche così che funziona lo Stato Sociale, anche nei Paesi più avanzati dell’Europa. Ben venga poi se Governo e Parlamento migliorano il sistema, selezionando i patronati riconosciuti e condizionando ancora di più i finanziamenti alla reale attività svolta: è quello che chiediamo da tempo.
I patronati e la gratuità dei loro servizi non sono un lusso ma un diritto primario.