I patronati non sono un lusso

Martedì, 15 luglio 2014

Nei giorni scorsi abbiamo dato avvio ad una campagna di sensibilizzazione sulla tutela della gratuità dei servizi di patronato. E’ un’azione preventiva finalizzata a stoppare quei mai sopiti interessi privatistici che vorrebbero fare della tutela e dell’assistenza sociale un mercato a pagamento, con clienti che sborsano quattrini per ottenere la pensione o una prestazione sociale. Un “mercato” sempre più importante visto che lo scorso anno i patronati hanno registrato al livello nazionale 14 milioni di contatti. Appetiti robusti quindi che vengono mascherati con argomentazioni “popolari” come la riduzione della spesa pubblica e il taglio degli sprechi e dipingendo i patronati come i bancomat dei sindacati. Non mancano le pressioni sulla politica.

Questa azione denigratoria non ci preoccupa più di tanto: l’attività svolta dai grandi patronati è molto apprezzata da milioni di persone e la gratuità dei loro servizi è nel DNA dei cittadini. Il tutto si poggia sulla Costituzione Italiana e su una storica legislazione dell’Italia repubblicana: un promemoria anche per quei rappresentanti della politica che accarezzano questi interessi privati.

Noi però, come sindacato che associa liberamente milioni di lavoratori e pensionati, vogliamo fare di questo possibile scontro di interessi una occasione per riportare alla dovuta attenzione le scelte solidaristiche su cui si è costruita l’Italia dei diritti sociali e, nello stesso tempo, per riproponendole come elementi portanti di una società più moderna ed egualitaria.

I patronati hanno il compito di permettere a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro condizioni economiche e culturali, di accedere pienamente ai diritti sociali superando gli ostacoli sia soggettivi (esempio: l’analfabetismo nelle sue varie forme) che oggettivi (la complessità delle norme e delle procedure burocratiche).

Nell’Italia del dopoguerra erano definiti “gli avvocati dei poveri” ma lo scorso anno oltre mezzo milione di veneti (solo una parte i poveri) si sono rivolti ai loro sportelli. Effetto della chiusura degli sportelli Inps ad pubblico, del passaggio alla gestione telematica di tutte le pratiche, della crisi che ha fatto crescere i bisogni di assistenza sociale.

I patronati hanno risposto migliorando la loro efficienza, informatizzandosi, migliorando le professionalità. Un processo positivo, che sta facendo risparmiare soldi ai cittadini pur garantendo la qualità dei servizi e che premia la competitività. Certo c’è ancora molto da fare: semplificazione delle norme e delle procedure, riduzione della burocrazia, ecc.. Per questo siamo favorevoli al progetto del governo per il 730 precompilato, per questo sosteniamo il PIN unico e la unificazione degli uffici periferici dello Stato, per questo appoggiamo con forza la diffusione della telematica tra i privati come negli uffici pubblici.

I patronato possono fornire un contributo fondamentale in questo indispensabile ammodernamento del Paese adempiendo alla loro missione sociale: essere il luogo dove il cittadino trova qualcuno che “sta dalla sua parte”, che lo consiglia e lo tutela, che lo accompagna nei percorsi dei diritti e dei doveri sociali. E’ anche così che funziona lo Stato Sociale, anche nei Paesi più avanzati dell’Europa. Ben venga poi se Governo e Parlamento migliorano il sistema, selezionando i patronati riconosciuti e condizionando ancora di più i finanziamenti alla reale attività svolta: è quello che chiediamo da tempo.

I patronati e la gratuità dei loro servizi non sono un lusso ma un diritto primario.