I lavoratori e i pensionati le tasse le pagano

Lunedì, 02 luglio 2007

I lavoratori e i pensionati le tasse le pagano.

Sono una convinta assertrice del fatto che le tasse vanno pagate perchè credo sia parte essenziale del lavoro che dobbiamo fare per la completa attuazione della nostra Carta costituzionale che vuole istituzioni amiche dei cittadini e perciò capaci di rimuovere gli ostacoli che a vario titolo possiamo incontrare nel corso della nostra vita. Senza le risorse che provengono dalla fiscalità collettiva questo è impensabile.

Devo subito aggiungere che il modello fiscale (modello? Meglio dire le svariate forme in continuo mutamento attraverso cui ci fanno pagare le tasse) non mi piace, non lo trovi equo, ne sussidiario,ne solidale.

Penso quindi che un primo terreno di lavoro comune tra Istituzioni, Associazioni datoriali e sindacato è proprio quello di costruire questo modello: equo, sussidiario, solidale e stabile. Stabile si, perché per le imprese e per i cittadini è importante anche che le regole non cambino ogni sei mesi in modo da poter costruire che durino nel tempo.

A questo proposito ritengo sbagliata l’azione del Governo che in questi giorni, ha ritenuto non più sufficiente essere congrui agli studi di settore ma ha istituito indici di normalità economica per computare la cosiddetta supercongruità.
In sostanza non è più sufficiente essere congrui agli studi di settore; qualora l’impresa non sia in linea con tali indicatori il livello di ricavi presunti da raggiungere viene aumentato rispetto alla congruità ordinaria. Il tutto purtroppo con effetto dal 2006 e quindi gli effetti saranno visibili già sui pagamenti di imposte a giugno 2007.

Questo mette moltissime imprese nelle condizioni di dover rivedere addirittura retroattivamente la loro condizione trovandosi spesso spiazzati non perché evasori, ma perché la norma è retroattiva oltre che discutibile.

Spero che sia questo l’elemento che ha scatenato l’ondata di protesta anti tasse in Veneto. Perché se è così si può cercare un terreno di lavoro comune che porti a soluzioni utili per tutto il paese. La CISL è disponibile ad una alleanza forte nel mondo del lavoro e dell’impresa su questi punti:

  1. Contro tutte le forme di evasione fiscale, che vanno estirpate perché fanno male al Paese;
  2. Per realizzare insieme alla Regione Vento una forte pressione nei confronti del Governo nazionale che ci assegni la possibilità di sperimentare una più ampia e efficace autonomia fiscale (Titolo quinto federalismo fiscale a geometria variabile, 116) individuando congiuntamente le azioni e gli indirizzi di spesa strategici per i soggetti e per il sistema;
  3. Una forte battaglia per stabilizzare il modello fiscale e semplificarlo nelle procedure.

C’è poi una ipotesi che forse può combattere l’evasione fiscale senza scatenare la burocrazia. Al posto degli Studi di Settore o di altri interventi repressivi si potrebbe sperimentare, ad esempio in Veneto, il sistema delle “rilevazioni di cassa”. In cosa consiste? Il personale della Agenzia delle Entrate o della Guardia di Finanza affianca, a debita distanza, la cassa dell’attività (ristorante, parrucchiera, lavanderia) per una giornata di lavoro e prende nota dell’incasso giornaliero effettivo. Se l’imprenditore ritiene che quella sia stata una giornata fortunata la rilevazione sarà rifatta successivamente e si faranno le medie. E’ una cosa semplice e che toglie ogni motivo di contestazione. Con le Associazioni di Categoria si possono poi concordare criteri per realizzare rivelazioni per settori o per aree territoriali omogenee che darebbero degli indicatori di reddito più precisi.

Ritengo doveroso aggiungere alcune riflessioni la prima: a quanto ammonta l’evasione fiscale in Veneto?

Possiamo prendere in considerazione i dati elaborati da Unioncamere del Veneto e recentemente pubblicati nel contesto della ricerca I costi del “non federalismo”.

Seconda la ricerca il Veneto manifesta un tasso di partecipazione fiscale superiore alle media nazionale (61,9% pari a + 7 punti). Quindi non è vero che la nostra regione è tra le aree del Paese a grande evasione fiscale, al contrario il Veneto partecipa più di altre regioni al sistema fiscale nazionale.

L’evasione fiscale per quanto riguarda il reddito delle persone fisiche in Veneto è quindi presente ma non in quelle dimensioni mastodontiche che ci vengono addebitate da più parti. Sempre per parlarne senza pregiudizi si deve distinguere i diversi tipi di evasione (sull’IVA, sul reddito, sui beni immobili, sulle imposte locali, ecc.) e precisando subito che la grande differenza tra la vera ricchezza ed i redditi dichiarati è data soprattutto dal fatto che il valore
reddittuale dato ai beni immobili dalla legge è assolutamente modesto. La terra, le case, gli edifici in generale valgono, ai fini del calcolo del reddito delle persone e delle società ben poco.

La seconda (rappresentata bene dalle due tabelle allegate): vorrei che tutti pagassero le tasse con la stessa incidenza sul loro reddito dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Perché delle due una: o nel nostro paese non ci sono benestanti o i lavoratori e i pensionati pagano troppo.

Ho evitato toni inquisitori nei confronti di chi ha avviato la protesta contro le tasse perché credo che ci siano tanti problemi che riguardano tutti. Ma soprattutto credo che in questo paese chi ha meno paga di più senza averne un equo ritorno questo è sbagliato oltre che ingiusto ma soprattutto su questi presupposti non si costruiscono progetti che diano futuro e nuovo sviluppo al Paese. Fermiamoci un attimo e cerchiamo di costruire un tavolo comune dove con impegno e determinazione cercare risposte per tutti, nessuno escluso. Ne va del nostro futuro.

Franca Porto - Segretaria Generale CISL Veneto

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