Fino a quando?

Domenica, 06 febbraio 2011

A Padova gli attivisti dei Centri Sociali hanno organizzato l'ennesima azione intimidatoria nei confronti della Cisl e del senatore Pietro Ichino.
Per queste persone non è accettabile che un sindacato con seimila lavoratori iscritti, questa è la nostra federazione padovana dei metalmeccanici, possa riunire di suoi 250 delegati, operai ed impiegati, eletti liberamente in oltre 150 fabbriche, per discutere con un eminente giuslavorista di temi quali la competitività, l'occupazione, la rappresentanza sindacale.
Nella loro concezione un sindacato come la Cisl è nient'altro che la lunga mano dei padroni a cui si sarebbe venduto; la nostra visione del lavoro sarebbe pari poi a quella dei nazisti dei campi di concentramento, non a caso la scritta ricorrente "Arbeit macht frei".
Ora non vogliamo spendere altre parole di condanna e, in riferimento ai fatti specifici, esprimiamo la nostra vicinanza ai lavoratori del Crowne Hotel e alla stessa azienda.
Ora, però, poniamo una domanda alla Cgil del Veneto.
La poniamo in modo esplicito ad una organizzazione sindacale di cui conosciamo bene l'indole democratica e la moderazione (che non è, per qualsiasi sindacato, una debolezza, al contrario) e del cui gruppo dirigente abbiamo grande stima (sappiamo che è reciproca).
La domanda è: fino a quando sarà accettata dalla Cgil l'alleanza politica tra Fiom e Centri Sociali?
Una alleanza sancita pochi giorni fa proprio in Veneto, a Marghera, ma costruita nei mesi scorsi con innumerevoli "iniziative capaci di costruire un'alternativa sociale" tra le quali si annoverano le aggressioni alle sedi Cisl e ai suoi dirigenti, le scritte offensive, le minacce vecchio stile a chi non ha le stesse idee.
La Cgil, e la Fiom, sanno che non cambieremo certamente idea e prassi a seguito di questa strategia intimidatoria. Tutto il sindacato confederale italiano, nelle sue diverse sigle e visioni, ha, di fondo, diverse cose e, tra queste una lunga storia di coerenza ed indisponibilità a qualsiasi ricatto esercitato con l'aggressione come anche la capacità di cambiare e rinnovare le proprie idee solo di fronte alla forza della ragione o dell'interesse dei propri rappresentati.
Ci hanno provato, in tanti e tante volte, in questi sessanta anni di democrazia repubblicana a piegarci con la forza. Hanno fallito tutti e sempre.
Sappiamo quindi bene tutti che nemmeno consumando tutte le bombolette spray, le uova, i candelotti fumogeni e gli insulti del mondo per condire le più diverse forme ed espressioni di minaccia si otterrà che noi ci fermiamo.
Torniamo quindi alla discussione sindacale e abbandoniamo le amicizie pericolose che, certamente, non ci avvicinano.

Franca Porto
Segretaria Cisl Veneto