Federalismo fiscale ed economia sommersa: una sfida per tutti

Lunedì, 04 agosto 2008

Elaborando i dati Istat la CGIA di Mestre ha calcolato che il lavoro nero determinato dall'economia sommersa comporta, per il Veneto (regione tra le più virtuose d'Italia, poiché la regolarità è diventata una virtù) una perdita di oltre 2 miliardi di euro di imposte evase, 476 euro per residente.
Si può stimare che di questa somma un miliardo sia di tasse e l'altro di contributi previdenziali.
Una cifra che corrisponde ad un quarto del totale della spesa sanitaria regionale e ad un ottavo del totale del bilancio gestito da Palazzo Balbi.
Accanto a queste mancate entrate si aggiungono quelle dell'evasione fiscale "pura".
La vera sfida del promesso ed atteso federalismo fiscale, impegno prioritario nel programma del governo in carica, sarà proprio quella di essere anche un sistema più efficiente di contrasto dell'evasione fiscale e quindi del lavoro nero e dell'economia sommersa.
A suo favore la fiscalità federalista potrà giocare la carta della prossimità dell'interesse collettivo leso dall'evasione. Semplificando: le tasse non vanno più a Roma ma a Venezia, le "tasse di casa nostra". E questo sarebbe, di per sé, un bel vantaggio "etico" ed un argomento forte per mettere all'angolo chi evade e rendere meno "bruttissimo" il pagare le tasse.
Ma puntare solo in questo rimotivato spirito civico è, evidentemente, insufficiente.
Il federalismo fiscale deve anche prevedere che gli enti locali (in primo luogo la Regione) possano avere la facoltà, come è stata data in materia di sicurezza, di decidere, organizzare e mettere in pratica, specifici strumenti di lotta all'economia sommersa. In Veneto ad esempio ha dato frutti positivi, anche se in alcuni casi in via ancora sperimentale, il lavoro svolto in modo congiunto dalle istituzioni pubbliche come l'Agenzia regionale delle Entrate e la Direzione veneta dell'Inps con le rappresentanze delle Parti Sociali.
Vanno quindi sciolte alcune ambiguità che sono state alimentate da alcune posizioni politiche. La prima è quella che federalismo fiscale significa automaticamente meno tasse. Forse potrà determinare, nel tempo, più risorse disponibili in regioni come il Veneto che, però, dovranno compensare i minori trasferimenti dello Stato e comunque garantire il finanziamento di quei servizi pubblici e quelle infrastrutture che servono già da subito per costruire lo sviluppo sociale ed economico del futuro.
La Cisl veneta è pronta a giocarsi su questo tema la sua autorevolezza e la sua forza di rappresentanza. Siamo ben coscienti che solo con una progressiva e rapida eliminazione dell'economia sommersa, del lavoro nero e della evasione fiscale in generale, gli interessi che tuteliamo, quelli del lavoro dipendente e dei pensionati, potranno avere nel federalismo fiscale una reale opportunità.

federalismo, fisco