Da Vicenza a Roma, convinti che serve responsabilità ed unità

Sabato, 08 giugno 2013

La manifestazione del 1 giugno, premessa della prossima del 22 a Roma, ha avuto un presupposto importante tanto quanto gli obiettivi che hanno portato in piazza a Vicenza, di sabato, 10.000 lavoratori e pensionati veneti.

Il presupposto è quello di dare alla politica un esempio, forte ed inequivocabile, che le differenze esistenti e dichiarate non possono impedire a chi ha veramente a cuore il bene del Paese e ne rappresenta interessi collettivi (seppur di una parte) di fare tutto il possibile, con responsabilità, per portarci fuori dalla crisi.

Questo è il messaggio principale ed il valore primario della ritrovata unità d’azione del sindacato.

In un periodo in cui le diversità di visione e di strategia tra le confederazioni si sono evidenziate, come mai prima, in piazze separate e in accordi firmati non da tutti, Cgil Cisl e Uil sono giunte, nel giro di pochi giorni, ad una mobilitazione unitaria su obiettivi chiari e definiti e ad un accordo, storico, sulla rappresentanza. Accordo, ricordiamo, che ha la firma e la compartecipazione anche di Confindustria.

Vicenza ha poi dimostrato che il sindacato veneto, con le sue decine di migliaia di militanti ed attivisti, è pronto a far proprio questo messaggio e che la esigenza di unità, nella chiarezza, è forte, diffusa e radicata. Sta ai gruppi dirigenti darne interpretazione coerente ed efficace.

Per noi, per la Cisl veneta, questo clima porta con sé una grande opportunità: rilanciare la discussione su temi ed obiettivi sui quali non è stato possibile finora avviare un confronto e tantomeno una azione comune a causa della “pregiudiziale della divergenza”.

In particolare la negoziazione con la Regione Veneto (sempre più necessaria visto l’empasse politico della Giunta in atto da mesi) e la contrattazione con Confindustria Veneto.

Alla prima abbiamo chiesto, unitariamente, di aprire due tavoli di confronto: sulla Sanità e sui fondi UE per le Città Metropolitane.

A Confindustria abbiamo rilanciato il tema della contrattazione di secondo livello sulla bilateralità finalizzata alla crescita e alla occupazione.

La “piattaforma unitaria regionale” di Vicenza ha definito inoltre una agenda di argomenti veneti coerenti con ciò che reclameremo a Roma e che quindi può essere riferimento per una iniziativa sindacale, nei territori come nei singoli luoghi di lavoro, finalizzata a contenere gli effetti negativi della crisi (che non accennano ad esaurirsi, anzi!) e a mettere in moto processi di crescita.

Come oramai tutti sanno e, finalmente, ammettono per uscire dalla crisi non basta la sola azione del governo nazionale (nella quale l’asse dell’equità deve tornare ad incrociarsi con quello del rigore e la cui rotta va indirizza decisamente verso la crescita) ma è indispensabile un apporto responsabile di ogni singola amministrazione e funzione pubblica come di tutte le rappresentanze sociali ed imprenditoriali locali. Ognuno deve fare la sua parte, nessuno è esente.

Con queste convinzioni saremo, in tanti, a Roma il prossimo 22 giugno.