8 marzo, donne e contrattazione aziendale

Venerdì, 06 marzo 2009

Ci sono molti argomenti che affollano la ricorrenza dell'8 marzo di quest'anno. A cominciare dalla crisi ed i suoi riflessi sempre più negativi nel lavoro che ci impone di mantenere alta l'attenzione sull'occupazione delle donne.
Ma l'8 marzo deve essere anche una occasione per guardare in avanti.
La recente pubblicazione della ricerca Isfol sulle differenze salariali tra donne e uomini ci conferma che ben poco è cambiato in questi ultimi anni.
Le donne, a parità di istruzione, vengono inquadrate nei livelli più bassi, a parità di livello hanno una retribuzione inferiore, in generale hanno meno possibilità di migliorare la loro posizione professionale (e retributiva). Tirando le somme, precisa l'ISFOL, si evidenzia una forbice nel complesso delle retribuzioni tra uomini e donne dovuta al numero delle ore lavorate (part-time), alla posizione rivestita dalle donne nelle gerarchia aziendale e alla parte variabile della retribuzione. Accanto a ciò la ricerca conferma che conciliare lavoro e famiglia è, e rimane, difficile per le lavoratrici a cui spetta ancora in modo prevalente la cura dei figli ed il lavoro domestico, a scapito della cura di se stesse e del tempo libero.

Da qui una considerazione: le norme contrattuali egualitarie, le norme della legislazione di tutela, la stessa emancipazione civile e sociale delle donne lavoratrici - oggi libertà delle donne - non sono una barriera completamente impermeabile alle disparità reali.
Di conseguenza, se le regole protettive e tutelatici centralizzate, come lo sono quelle contrattuali e legislative, non assicurano automaticamente la effettiva parità si deve quindi operare in questo senso nei singoli luoghi di lavoro.
Serve quindi una contrattazione aziendale mirata allo scopo ed adeguata ai risultati che si vogliono ottenere.

Già oggi nella contrattazione aziendale e territoriale, non mancano - come documentiamo in altra parte di Cislveneto.it - esempi positivi accordi aziendali che danno risposte all'obiettivo della parità. Molto di più si può fare grazie allo spazio di azione che la riforma della contrattazione ha liberato nelle aziende. Spazio che può essere utilizzato anche per costruire anche nuovi strumenti di parità e quindi produrre risultati concreti in grado di scardinare la disparità reale.
Questa opportunità deve essere sfruttata con intelligenza, idee innovative, proposte e richieste, anche fuori dai tradizionali obiettivi della contrattazione, che si trovano con una discussione sindacale meno impacchettata e , soprattutto, con una più viva partecipazione delle lavoratrici.
Una contrattazione più duttile, in grado di recepire meglio, le esigenze specifiche delle diverse persone che lavorano in quella azienda, in quel stabilimento, in quel settore di quello specifico territorio, è una grande risorsa per la parità nei fatti; che si tratti di realizzare un nido aziendale, ampliare ed integrare il welfare pubblico a livello aziendale (protocollo Luxottica) o territoriale (le prestazioni egli enti bilaterali).

Riassumendo: più spazio alla contrattazione aziendale significa più attenzione alle esigenze delle donne che lavorano, quindi più democrazia partecipata e un po' più di quella rivoluzione culturale che ha sempre accompagnato le loro lotte per la parità dei diritti, anche nel lavoro.

ottomarzo