Con lo sguardo oltre i nostri confini: interconnessi, fratelli e solidali

Lunedì, 29 agosto 2022

Nel suo intervento al Meeting di Rimini, il presidente del consiglio Draghi ha sottolineato l’interconnessione tra il nostro Paese e il resto dell’Europa e del mondo, e la necessità di non rinchiuderci in una pretesa autosufficienza che sarebbe dannosa per gli interessi nazionali.

È uno scenario, quello internazionale, a cui non possiamo non guardare con la massima attenzione, come ci ricordano, proprio in questo mese di agosto, tre ricorrenze importanti che non vanno dimenticate e che chiedono un forte impegno dell’Italia.

Parto dalla più recente, ossia dalla Festa dell’Indipendenza dell’Ucraina, lo scorso 24 agosto, giorno che ha anche segnato i sei mesi dall’inizio dell’invasione russa. Il popolo ucraino ha ancora bisogno del nostro aiuto, un aiuto teso a supportare la resistenza all’invasore come a sostenere una popolazione in forte difficoltà, ma anche a permettere un’esistenza dignitosa ai tanti profughi arrivati nel nostro Paese in fuga dalla guerra.

Un’altra data significativa è stata commemorata nelle scorse settimane. Il 15 agosto ha segnato infatti il primo anniversario del ritorno al potere dei Talebani in Afghanistan. È bastato un solo anno ed ecco, la devastazione è sotto gli occhi di tutti: i Talebani hanno fatto precipitare il Paese in una gravissima crisi alimentare e sanitaria, hanno distrutto le fragili istituzioni democratiche, hanno fatto esplodere una guerra che vede estremisti islamici contendersi il potere a forza di attentati omicidi, hanno riportato la condizione delle donne a un livello barbaro e inaccettabile sul fronte della cultura come della concretezza dei diritti. Un anno fa tutti dicevamo “Non li abbandoneremo”, ma la verità è che da tempo i profughi afghani - bambini, vecchi, donne e uomini - sono dimenticati, lasciati a se stessi ai confini d’Europa nelle rotte balcaniche o alla ventura nel Mediterraneo. Nel frattempo nessun corridoio umanitario si è realizzato, e ora si fa campagna elettorale anche sulla loro pelle.

Infine il 9 agosto: secondo anniversario di quelle elezioni che in Bielorussia avevano segnato una vittoria del fronte democratico, ma che hanno visto i brogli di Lukashenko, autoproclamatosi vincitore, e la violenta repressione del grande movimento del popolo democratico mobilitatosi in tutte le piazze per ottenere giustizia e vedere riconosciuta la volontà popolare. Sono oggi migliaia gli oppositori incarcerati, sono centinaia di migliaia i bielorussi fuggiti per evitare la repressione. Eppure di loro, della dittatura bielorussa, del movimento democratico di quel Paese, non si parla quasi più.

Si tratta di eventi che non possono trovarci indifferenti.

Come Cisl abbiamo sempre considerato fondamentale sostenere la libertà e la democrazia in tutto il mondo per realizzare una vera giustizia sociale, e abbiamo sempre pensato che non ci possa essere solidarietà se non in una dimensione di fratellanza globale. Perciò in questi ultimi anni ci siamo impegnati nel sostenere e aiutare i profughi delle rotte balcaniche e nel compiere azioni di solidarietà nei confronti del popolo ucraino.

Oggi lanciamo un nuovo appello al mondo del lavoro veneto, perché sostenga un progetto comune a favore delle famiglie degli attivisti democratici bielorussi in esilio o in carcere. L’iniziativa - che vede la collaborazione di Iscos, il nostro Istituto sindacale di cooperazione allo sviluppo -, è rivolta in particolare ai loro figli e e prevede di ospitare un gruppo di una trentina di persone (bambini e loro genitori, o persone affidatarie), a partire da  metà settembre, presso il centro di soggiorno “Morosini” al Lido di Venezia.

Quello che vi chiediamo di sostenere concretamente, con una donazione, è dunque un progetto di ospitalità per questi bambini, ai quali si vuole anche garantire, per quanto possibile, un po’ di serenità attraverso attività di animazione e un eventuale supporto psicologico.