ACC di MEL. Il coraggio del cambiamento

Domenica, 14 giugno 2020

Per la ripartenza del paese dopo la pandemia non basteranno i finanziamenti a pioggia, gli ammortizzatori sociali e i sostegni alle imprese.

Naturalmente, tutte le risorse e tutti gli interventi europei, nazionali e regionali (magari coordinati) che verranno messi in campo saranno utili ad accompagnare una nuova fase economica e sociale. Ma, seppur necessari, non saranno assolutamente sufficienti per passare dalla gestione dell’emergenza all’apertura di una nuova fase di sviluppo e di crescita dell’occupazione.

La nuova normalità post Covid-19 va affrontata con nuovi paradigmi di azione. E serve avere il coraggio di passare dalla teoria alla pratica del cambiamento.

Per questo il protocollo di partecipazione firmato il 10 giugno a Mel, in ACC, non è solo una notizia di cronaca sindacale o industriale locale, ma è un messaggio potente rivolto a tutto il territorio veneto e a tutto il paese.

Il cambiamento in questo paese può avvenire, concretamente, se sostenuto da una forte spinta dal basso, dalle intuizioni e dall’assunzione di responsabilità degli attori economici e sociali.

In ACC, su proposta del commissario Castro e con il convinto consenso dei sindacati coinvolti, si è deciso di tentare il salvataggio e il rilancio dell’azienda rafforzando il coinvolgimento e la partecipazione del territorio e dei lavoratori. Nell’accordo del 10 giugno si rilancia il Comitato di Sorveglianza Istituzionale, luogo di confronto e condivisione con tutti i gruppi di interesse locali, per rafforzare le relazioni tra impresa, rappresentanze sindacali e istituzioni locali.

Inoltre viene istituito il Comitato Industriale di Consultazione Permanente, composto in maniera paritaria (3 a 3) da rappresentanti del management e dei lavoratori, che darà pareri consultivi al Commissario prima dell’assunzione delle decisioni su questioni strategiche e gestionali.

Da tanto tempo si teorizza la necessità per il Veneto di superare, nelle relazioni industriali, l’approccio conflittuale per abbracciare una prassi cooperativa e partecipativa. Per superare le resistenze a questo cambiamento che continua a trovare pregiudiziali sia nel fronte imprenditoriale che sindacale e anche istituzionale serve il coraggio di guardare in faccia alla realtà dei fatti, prenderne atto ed agire di conseguenza.

A Mel questo coraggio del cambiamento ha prevalso sul pensiero abitudinario. Di più: si è dimostrato che la svolta partecipativa può avvenire senza particolari input legislativi (l’istituzione del Comitato di Consultazione avviene a legislazione vigente su iniziativa delle parti) e senza finanziamenti ad hoc. Il capitale investito è il capitale sociale e di intelligenza collettiva dell’impresa e delle rappresentanze dei lavoratori.

La Cisl del Veneto accompagnerà con attenzione e sostegno questa esperienza, anche sperimentale, di innovazione delle relazioni industriali e di democrazia economica. Chiediamo altrettanta attenzione alle istituzioni e alle controparti datoriali.

L’invito che facciamo a tutti è però di non stare alla finestra ma di seguire questa strada.