Ricerca: eccellenze e potenzialità del Veneto

Lunedì, 11 settembre 2017

Bene ha fatto il prof. Corò ha lanciare una nuova sfida sulla ricerca socio-economica in Veneto/Nordest. 
La ricerca per sua natura non può stagnare, pena la sua inutilità e non può nemmeno permettersi la mediocrità.
Il Veneto, da questo punto di vista, non deve invertarsi nulla ma solo migliorare (e valorizzare) le eccellenze di cui dispone.
Eccellente è infatti la ricerca svolta dalla Regione sui temi del lavoro e dell’occupazione tramite la sua agenzia Veneto Lavoro. L’Agenzia produce materiale prezioso perché aggiornato, accurato e aperto a tutti. L’autonomia nella ricerca poi ha smontato molti ideologismi e frasi fatte che da sempre inquinano e, spesso, deviano, la discussione su queste problematiche dove la “politica” pretende sempre di più di primeggiare sulle “politiche”. 
Il Veneto può quindi vantare un presidio di ricerca pubblica che è parte integrante di un circuito virtuoso di efficaci politiche per il lavoro: dalla telematizzazione dei Centri per l’Impiego alla gestione e monitoraggio delle politiche attive. Un circuito che può allargarsi e rafforzarsi nel territorio, anche con la compartecipazione dei soggetti collettivi privati, e dialogare efficacemente con l’amministrazione statale e ministeriale, sia nella definizione che nella gestione delle politiche per il lavoro.
Eccellente è sempre stato, in larga misura, l’apporto dei privati con strutture di ricerca che sono state capaci di interpretare i cambiamenti nel campo economico e sociale. Una offerta che va rilanciata, anche con un ulteriore salto di qualità. Il bisogno c'è ed è diffuso. 
Negli ultimi tre anni #Arsenale 2022 ha investito buone risorse per una progettazione che delinei il Veneto oltre la crisi. Si è, tra l'altro, previsto una scuola di formazione comune per la rappresentanza veneta supportata dalla Fondazione Nord Est.
Aggiungo che la proposta del prof. Corò di costruire un unico centro di ricerca va presa in seria considerazione. In particolare se per unica si intende la raccolta delle informazioni (oggi dispersa) da mettere liberamente a disposizione dei ricercatori privati e pubblici. Potrebbe diventare come la Biblioteca Ambrosiana per la quale il Cardinal Borromeo “Ordinò che a tutti, fossero cittadini o forestieri, si desse comodità e tempo di servirsene, secondo il bisogno” così da incentivare “cento scuole di pensiero che gareggino”. Pensiamoci: sarebbe anche un ulteriore bel biglietto da visita per il Veneto, una sua nuova connessione con il mondo della scienza e della ricerca.