Per il diritto di voto alle nostre immigrate ucraine

Giovedì, 20 marzo 2014

Il prossimo 25 maggio, mentre in contemporanea con le elezioni del Parlamento Europeo, i cittadini ucraini sono chiamati ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, con poteri ridotti rispetto a quelli del precedente, Yanukovick, dichiarato decaduto dal Parlamento e fuggito in Russia.

A queste elezioni, conquistate nelle piazze e pagate con decine e decine di morti, sono legate molte speranze per il futuro dell’Ucraina: lotta alla corruzione, vera indipendenza, riconquista delle libertà democratiche, avvicinamento all’Europa.

La silenziosa occupazione militare di una parte del suo territorio e l’annessione della Crimea, attuate dal governo Putin tra minacce di guerra e ritorsioni economiche e nell’incuranza del diritto internazionale, hanno dato ancor più significato a questa scadenza elettorale anche tra gli immigrati ucraini nel nostro Paese, 200mila persone, in grandissima parte donne.

In queste settimane anche in Veneto abbiamo avuto modo di comprendere la qualità di queste persone, la forza di queste donne, spesso considerate nella sola loro funzione di badanti.

Nel poco tempo libero a loro disposizione hanno saputo unirsi, superando le diverse etnie di provenienza, per organizzare decine e decine di iniziative pubbliche a sostegno dei manifestanti di Maidan, raccogliere fondi per curare i feriti, testimoniare la voglia di questo popolo di avere finalmente una vera svolta politica ed economica dopo la caduta dell’Unione Sovietica, raccontare la storia recente del loro paese fuori dalla fumisterie e dalle falsità della propaganda gestita dalle oligarchie al potere. Queste donne hanno dimostrato una grande dignità ed ottenuto quel rispetto che meritano.

La Cisl è dalla loro parte, perché lavoratrici, perché immigrate, perché donne e perché ne condivide le aspirazioni: libertà e pace per l’Ucraina, speranze di un futuro diverso e migliore per i figli.

Anche a loro, anche alle 12mila donne ucraine con cui, in Veneto, condividiamo spesso la vita quotidiana nelle nostre case, deve essere data la possibilità di esprimere queste attese con il voto.

Per questo lanciamo un appello alle autorità ucraine ed italiane affinché siano allestiti i seggi elettorali anche presso il Consolato Onorario di Padova o comunque in almeno una città del Veneto centrale: è impensabile che per il Nord Italia si possa votare solo presso la sede del Consolato di Milano.

In tutti i casi chiediamo ai loro datori di lavoro, in molti casi lavoratori essi stessi, di garantire lo spazio di tempo indispensabile per recarsi a votare.

Sollecitiamo le Amministrazioni Comunali ed in particolar modo i Sindaci di intervenire mettendo a disposizione, dove necessario, servizi di assistenza sostitutivi in occasione del voto.

La Cisl farà la sua parte favorendo l’organizzazione della partecipazione al voto nei modi più opportuni.

Alla Presidente del Consiglio Regionale e della Giunta Regionale del Veneto chiediamo di assumere una posizione pubblica a sostegno del loro effettivo diritto di voto.

Dimostriamo, tutti insieme, la nostra dignità e qualità di cittadini dell’Unione Europea.