Lavoro: dall’accessorio libero all’occasionale regolato

Giovedì, 01 giugno 2017

Il Parlamento ha dato il via libera alla nuova disciplina delle prestazioni lavorative occasionali, orfane di regolamentazione dopo la improvvisa decisione del governo di cancellare in toto i voucher.

Nelle polemiche di questi giorni nessuno ha posto attenzione alla vera e totale differenza con i vecchi buoni lavoro: si è regolato il lavoro occasionale e non liberalizzato quello accessorio. La riforma Fornero (2012) aveva infatti cancellato il requisito della l’occasionalità dando così il via agli abusi sull’accessorio.

Avendo la pazienza di leggere il testo dell’articolo 54 si potrà facilmente capire che siamo infatti lontani mille miglia dall’obbrobrio de-regolativo che aveva permesso agli originari buoni lavoro (predisposti da una staffetta centro destra – centro sinistra: legge Biagi 2003- decreto Damiano 2008) di diventare nel giro di poco tempo sia un grimaldello in grado di destrutturare quote di lavoro dipendente che una coperta per mascherare il lavoro nero.

L’ambito di utilizzo del Libretto Famiglia e del Contratto Occasionale (i due strumenti introdotti dalla legge) è ben circoscritto e monitorato, i controlli sono ora possibili, la copertura assicurativa migliorata. A parte il cambio di nome e nonostante il mancato coinvolgimento delle Parti Sociali nella riforma, la nuova disciplina riconosce molte delle proposte di modifica dei vecchi voucher che come Cisl Veneto avevamo avanzato nell’ambito della campagna Stop Voucher!

Vale quindi la pena di mettere alla prova questa nuova legislazione e misurarne gli effetti nel tempo.

Riteniamo sia questo il giusto approccio che un sindacato debba avere con questa dimensione così particolare del lavoro. I lavori occasionali esistono (da sempre) e nessuno può ignorarli. Nessuno può impedire che possano essere svolti legittimamente. Nessuno può condannare al nero i lavoratori coinvolti. Famiglie, associazioni, piccole imprese hanno il diritto di vivere tranquille di poter essere buoni datori di lavoro. I furbi non devono poter accampare scuse.

Per questo consideriamo molto strumentale la posizione di chi vorrebbe trasformare il riconoscimento per legge delle prestazioni occasionali come la nuova Linea del Piave del lavoro.

Si rafforza invece la nostra convinzione che la regolazione del lavoro, fatti salvi i diritti fondamentali e la legislazione di perimetro, debba essere sempre più oggetto della trattazione delle Parti Sociali e non invece argomento accessorio allo scontro politico contingente e occasione per una delle tante, ennesime, rese dei conti tra ideologie che continuano a tener sconnesso il lavoro dall’azione politica.