Europa: un voto per una Unione nuova (a cento anni dalla Grande Guerra)

Venerdì, 09 maggio 2014

Tra qualche giorno, il 25 maggio, siamo chiamati, con altri milioni di europei, al voto per rinnovare il Parlamento Europeo.

Queste elezioni (la più grande scadenza elettorale democratica del mondo, dopo quella della Repubblica dell’India) cadono a distanza di cento anni dallo scoppio di quel conflitto che prenderà poi in nome di Prima Guerra Mondiale e che si concluse veramente solo nel 1945, dopo aver consumato una seconda terribile guerra.

Non possiamo ignorare che l’unità dell’Europa fu la reazione razionale ed umana ai disastri delle due guerre che permise di rimuoverne e superarne le cause che le avevano generate.

Di questa unità l’Italia fu promotrice e protagonista, nonostante le incertezze e le divisioni interne sui modelli economici- sociali da perseguire nella ricostruzione del Paese.

La Cisl, al lato stesso della sua nascita, ne fu propugnatrice convinta. Giulio Pastore fu addirittura polemico con i governi di allora in quanto troppo timidi nella costruzione dell’unità europea.

Oggi diamo per scontati, quasi fossero condizioni naturali e non risultati di volontà politica, i risultati dell’Europa unita, a partire dai due fondamentali: la pace e la democrazia.

L’unificazione europea, dalla originaria Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio alla odierna Unione Europea, ha trasformato il Vecchio Continente da generatore dei più cruenti e sanguinosi conflitti, delle più terribili stragi contro l’umanità e delle dittature più crudeli, in entità politica pacifica e pacificante, fondata sulle regole della democrazia del diritto.

Come descritto nelle motivazioni del Premio Nobel per la Pace 2012 “da continente di guerra a continente di pace”.

Grazie alla pace e alla progressiva conversione dei suoi paesi alla democrazia, l’Europa è anche diventata quella parte del mondo dove più sono riconosciuti, rispettati e sostenuti i diritti dei lavoratori e delle fasce sociali meno abbienti: le conquiste sindacali hanno poi contribuito a costruire un sistema di welfare che rimane, ancora oggi, unico in tutto il mondo.

Non possiamo però considerare le prossime elezioni europee alla pari di una qualsiasi altra scadenza elettorale. In Europa stanno prendendo forza movimenti populisti e marcatamente nazionalisti, xenofobi, accomunati da una ideologia grossolanamente antieuropeista. Contemporaneamente i suoi confini sono agitati da tensioni che possono degenerare in nuove guerre.

Ecco perché la Cisl, in questa occasione, scende in campo per sostenere la partecipazione attiva al voto e scelte filo europeiste. Prendiamo posizione quindi con un messaggio chiaro e forte: vogliamo quell’Europa che è mancata in questi anni di crisi, quell’Europa che deve agire unita per riprendere a crescere tutta insieme, che con le sue incredibili ed innumerevoli risorse può ridare senso di appartenenza ed orgoglio ai suoi 500 milioni di abitanti. Dunque più Europa, più unità europea, più europeismo. A cento anni da una guerra di cui fu matrigna e che in Italia ebbe la sua “inutile strage” proprio nel Triveneto vogliamo una Europa nuova.